Octetra, l'opera realizzata nel 1968 dall'artista e scultore nippo-americano Isamu Noguchi, una delle sculture più celebri e fotografate di Spoleto, verrà sottoposta ad un intervento di restauro. L'opera sarà trasferita, martedì prossimo, nei laboratori della Tecnireco s.r.l. Tecnici Restauro Conservazione Beni Culturali, la ditta incaricata del restauro.
Nel 1968 Noguchi, desideroso di realizzare un'opera da collocare all'aperto a Spoleto, colpito dal successo internazionale riscosso dall'esposizione organizzata da Giovanni Carandente “Sculture nella città” del 1962, progettò un “playground” costituito da elementi modulari di tetraedri con piani e cavità centrali esagonali. Realizza così Octetra, una scultura modulare per bambini installata davanti al duomo di Spoleto in occasione dell'XI Festival dei Due Mondi. Il progetto della scultura fu affidato agli architetti Buckminster Fuller e Shoji Sadao, con i quali l'artista collaborava dalla metà degli anni Sessanta e attraverso l'interessamento dell'architetto Alberto Zanmatti, trovarono la Cosedin, società di materiali edilizi di Roma, che realizzò in cemento la scultura modulare dipinta di rosso. La scultura fu poi collocata nei giardini pubblici di viale G. Matteotti. Nel 2000 venne posta nel cortile di palazzo Collicola, in occasione della riapertura a nuova sede espositiva della Galleria d'Arte Moderna. Dal 2003, con l'inizio dei restauri di completamento dell'edificio, l'opera è stata temporaneamente collocata nella piazza antistante il palazzo.
Per le operazioni di restauro sono stati stimati cinque mesi. Il costo dell'intervento è di 13mila euro, finanziato con fondi regionali (L.R. 24/2003 – Sistema museale regionale) – e del Comune.
Biografia Isamu Noguchi (Los Angeles 1904 – New York 1988)
Trascorre la giovinezza in Giappone e torna negli Stati Uniti nei 1918. A Parigi nel 1927 lavora come assistente di Brancusi, frequentando Giacometti e Calder e realizzando le sue prime sculture astratte. Da Brancusi deriva l'onestà verso la materia, ovvero non dare origine a forme che non siano in qualche misura consone alla natura stessa dei diversi materiali, e soprattutto la necessità di essere una cosa sola con ciò che si sta realizzando. Quest'ultimo aspetto, approfondito da successive ricerche, rimarrà una costante nel corso della sua produzione artistica. Altra costante è la continua sperimentazione di forme e contenuti in molteplici campi, in cui sfida se stesso ad andare oltre i significati più superficiali e della pura estetica degli anni Trenta e Quaranta. Le opere di ispirazione biomorfa risentono delle influenze del Surrealismo. In Giappone, nel 1931, vede per la prima volta un giardino zen. Il senso di equilibrio della composizione, la tensione tra il vuoto e il pieno, l'interrelazione della scultura con la terra e l'ambiente sono gli elementi che l'artista ricrea e sviluppa nella sua ricerca, per i numerosi progetti, di parchi gioco e giardini. Un esempio emblematico è il giardino che realizza tra il 1956 e il 1958 per la sede centrale dell'UNESCO, a Parigi, Affascinato da sempre alle forme della materia vivente, nutre anche un enorme interesse per la tecnologia e per il suo uso al servizio dell'uomo; la sua lunga amicizia con Buckminster Fuller, l'ideatore delle cupole geodetiche, è una continua fonte di scambi in questo campo. Lo studio e lo sviluppo di un immaginario organico accanto a forme rigidamente geometriche è solo uno degli elementi che generano un equilibrio, un'armonia degli opposti, che rappresenta la cifra stilistica riconoscibile in tutta la sua opera: la tradizione insieme all'innovazione, l'astrazione di fianco ai concreto, l'influenza orientale nel mondo occidentale, l'antico e il moderno, la lavorazione manuale e l'utilizzo della tecnologia. Realizza molte sculture pubbliche (ad esempio la fontana per la Detroit Civic Center Plaza, 1975), scenografie e costumi teatrali, tra l'altro anche per Martha Graham, progetti per parchi gioco e giardini pubblici e si occupa di design. I rapporti di Noguchi con l'Italia furono duraturi: nel 1962 lavora all'Accademia Americana di Roma ad una serie di sculture in marmo di Querceta, un progetto che completa durante la decade successiva ritornando nella città ogni anno. Nel 1979 progetta, con l'architetto Kenzo Tange, la piazza Finanziaria per la Fiera di Bologna; nel 1986 rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia. Riceve il Premio Kyoto dalla Inomori Foundation e nel 1987 la National Medal of Arts; nel 1988 viene insignito del Terzo Ordine del Sacro Tesoro dal governo giapponese e del Award for Distinction in Sculpture dallo Sculpture Center di New York.