“La mafia non è l’Antistato, ma convive e prospera nello Stato”, quello corrotto ovviamente. Lo ha sottolineato il procuratore generale Fausto Cardella in un seminario di studi dedicato agli universitari di Scienze Politiche, organizzato dal professor Roberto Segatori, alla presenza del rettore Franco Monconi e del prorettore Fabrizio Figorilli.
Il Procuratore ha spiegato che la nostra regione “è gravemente a rischio” ma che “la situazione non è paragonabile ad altre zone d’Italia”. La guardia non può abbassarsi, ma senza vivere nel timore. Pazienti a rischio di questo male sono gli appalti pubblici “Secondo un recente rapporto – spiega Cardella – della guardia di finanza 1 su 3 sono abusivi”, l’ usura, il traffico di droga e di esseri umani, il riciclaggio e ha a affermato anche che i soggiorni obbligati che sono ormai “archeologia giudiziaria” e le super carceri “non portano criminalità”.
In Umbria, secondo il Procuratore, i settori a rischio infiltrazione stano quelli dell’Ambiente e dello smaltimento dei rifiuti “Primo problema in Umbria”, ha rimarcato e l’Antimafia deve percorrere tré strade: la repressione; iniziative con i giovani sulla legalità; giustizia sociale, politica del lavoro, pubblica amministrazione buona (area di competenza dello Stato). Insomma citando Angelo Siino “Far funzionare la pubblica amministrazione”.