Il caso dell’infermiera licenziata dall’Azienda ospedaliera 1 di Perugia arriva anche in procura. Sulla vicenda della infermiera sessantenne che sarebbe intervenuta in ritardo in soccorso di una bambina, dopo l‘allarme dell’incubatrice scattato di notte, il Nas dell’Umbria ha inviato un’informativa con la notizia di reato, configurando come prime ipotesi di reato quella dell’interruzione di pubblico servizio e di lesioni.
I fatti che si sarebbero consumati nell’unità di terapia intensiva neonatale del Santa Maria della Misericordia di Perugia, risalgono all’ottobre scorso quando l’infermiera si sarebbe addormentata durante il turno di lavoro, mettendo a rischio l’incolumità della piccola. La donna, come già scritto anche su queste colonne, è stata licenziata “per gravità” e senza preavviso e ha già annunciato che farà ricorso a seguito della decisione dell’Azienda Ospedaliera umbra. Il licenziamento è arrivato dopo un’istruttoria avviata dall’Ufficio provvedimenti disciplinari dell’Azienda ospedaliera di Perugia, guidata dal direttore generale Emilio Duca. Tra le ipotesi del licenziamento, il fatto che l’infermiera, quella notte dell’ottobre 2016, potesse essersi addormentata al momento dell’allarme dell’incubatrice, rilevando un’anomalia cardiaca per i parametri vitali della neonata assistita: da qui l’accusa di interruzione di pubblico servizio. Sarebbe inoltre stato trovato all’interno del reparto un materasso, forse utilizzato dall’infermiera in particolare durante i turni di notte.
Ospedale Perugia, infermiera arriva in ritardo dopo l’allarme | Licenziata
Le indagini sono affidate ai Carabinieri del Nas di Perugia, che hanno acquisito gli atti prodotti dall’Azienda ospedaliera e dall’Ufficio provvedimenti disciplinari del Santa Maria della Misericordia, per poi inviarli in Procura. Anche i genitori della neonata, ricoverata in incubatrice al momento dell’allarme in ospedale, hanno sporto querela. Secondo quanto riportato dall’edizione di oggi, 16 febbraio, del Messaggero, a salvare la neonata quella notte furono due infermiere, le quali, sentito l’allarme, intervennero prontamente, avendo capito che nessuno era corso in aiuto della piccola in incubatrice.
Due le versioni al momento esistenti sul fatto: quella di alcuni testimoni del reparto (circa undici tra personale medico e infermieristico), che avrebbero dichiarato che più volte l’infermiera, ora licenziata, non avrebbe svolto il suo lavoro, ma che fosse solita addormentarsi all’interno della struttura ospedaliera, usando un materasso messo di proposito in reparto. Dall’altra parte, c’è chi, e questo è confermato da fonti ospedaliere, afferma che la donna quella notte non sia stata sorpresa a dormire.
E’ inoltre ipotizzabile, in questa fase delle indagini, che il magistrato incaricato nomini un perito, per fare più possibile chiarezza sul caso.
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