Cronaca

Infanticidio Terni, proposti funerali pubblici per Francesco | Proseguono le indagini a tutto campo

Francesco, questo il nome ‘scelto’ dal vescovo di Terni, Mons. Giuseppe Piemontese, per il piccolo trovato morto, abbandonato in una busta di plastica nei pressi di un supermercato, potrebbe avere funerali pubblici, dei quali si farà carico il Comune di Terni. Qualora invece i famigliari decidessero in senso contrario, il rito funebre verrà celebrato privatamente.

Al momento la salma è ancora a disposizione del medico legale che ha eseguito l’esame autoptico, il prof. Bacci, che, dopo gli ultimi  riscontri, potrà chiudere la sua perizia. A quel punto l’autorità giudiziaria metterà la salma a disposizione dei famigliari per i funerali.

Monsignor Piemontese, intervenendo sull’infanticidio, ha chiesto “un supplemento di pietà cristiana, di compassione e di misericordia verso la madre e verso il padre, vittime di un vortice e di un sistema che non sa venire incontro a chi per i disagi e le ragioni più svariate non è sostenuto nelle difficoltà e criticità personali e relazionali, o posto in condizione di svolgere dignitosamente le funzioni essenziali dell’esistenza umana: sostentarsi, lavorare, amare, generare, crescere ed educare se stesso e i propri figli”.

La ternana 27enne, madre del piccolo Francesco, è ritenuta la presunta responsabile dell’infanticidio, ma, al momento, a suo carico il Pm titolare del fascicolo di inchiesta, la dott.ssa Barbara Mazzullo, non ha emesso nessuna ordinanza di restrizione della libertà.

Continuano infatti le indagini degli agenti della Questura, per far luce su alcuni contorni ancora poco chiari della vicenda, a iniziare dal ruolo del compagno nell’intera vicenda. Non essersi accorto dello stato di gravidanza della donna, il non essersi accorto del parto, l’aver accompagnato la compagna al parcheggio del supermercato (come si evince dalle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza esterne), sono tutte circostanze che lasciano molti dubbi agli inquirenti che stanno passando al setaccio tutti gli indizi possibili per accertare eventuali corresponsabilità. Non solo del compagno. Gli agenti stanno indagando anche sulla vita privata della 27enne e sul rapporto con i famigliari più stretti, nessuno dei quali si sarebbe accorto della gravidanza.

L’avvocato della 27enne, il dottor Alessio Pressi, è stato bersaglio di una gogna pubblica per aver accettato l’incarico nella difesa dell’indagata; soprattutto sui social si sono scatenati commenti violenti e vergognosi che, ovviamente, provengono da chi non ha alcuna nozione di diritto e di procedure giudiziarie. Sul caso è anche intervenuta la Camera Penale di Terni che ha voluto esprimere solidarietà all’avvocato Pressi: “Si ricorda a tutti che l’affermazione della Giustizia non può prescindere dal ruolo svolto dall’Avvocato, che attua il diritto alla difesa tecnica.

L’Avvocato Alessio Pressi, svolgendo la sua professione, assicura l’esercizio di diritti costituzionalmente garantiti e non difende certamente l’agghiacciante reato che viene qui in considerazione. Troppo spesso si continua a confondere l’Avvocato con il suo assistito e la funzione difensiva con la difesa del delitto, concetti questi che devono essere tenuti sempre distinti, dimenticando che l’Avvocato svolge nel processo penale una funzione costituzionalmente garantita relativa all’attuazione del diritto alla difesa che è inviolabile in ogni stato e grado del procedimento, così come sancito dall’art. 24 Cost.

Quest’ultimo fornisce una risposta esaustiva anche con riferimento al pagamento delle spese legali, in quanto sancisce che vengono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e per difendersi davanti ad ogni giurisdizione. Tale disposizione trova attuazione nelle previsioni di cui al T.U. delle spese di giustizia che statuisce i requisiti per essere ammessi al gratuito patrocinio a spese dello Stato che sono oggettivi e non discrezionali.

La Camera Penale di Terni esprime la più ampia solidarietà all’Avvocato Alessio Pressi, condanna le ingiuriose frasi pubblicate sui social networks ed afferma senza “se” e senza “ma”, che l’Avvocato è per tutti una figura indispensabile: per il giudizio, per la decisione, per il Pubblico Ministero, per il Giudice, per il cittadino. Infatti, estromettere qualunque difensore dell’indagato/imputato dalla dinamica processuale significherebbe violare le regole del giusto processo (art. 111 Cost.) e paralizzare il procedimento con l’impossibilità di giungere ad una eventuale sentenza di condanna e “fare giustizia”.

Intanto, sul luogo del ritrovamento del corpicino di Francesco, bimbi, mamme, papà, cittadini, depositano un fiore, un pensiero, un pupazzo, per ricordare la tragica scoperta del 2 agosto.