Umbria | Italia | Mondo

Industria siderurgica: analizziamo l’andamento del settore in Italia

L’industria siderurgica è da sempre un importante volano di crescita per l’intero settore produttivo italiano.

Ad oggi, infatti, con le sue materie prime alimenta una filiera altamente competitiva a beneficio di decine di settori, come quello meccanico, degli elettrodomestici, dei mezzi di trasporto, dei tubi e delle costruzioni.

Tutto ciò fa sì che il settore siderurgico concorra all’intero fatturato del comparto manifatturiero per il 3,5%, impiegando circa 70 mila addetti, tra processi produttivi e di trasformazione del materiale grezzo in prodotti primari e derivati, e determinando un’occupazione indiretta pari a circa tre volte tanto (Fonte: Federacciai).

Settore siderurgico, la ripresa dopo il Covid-19, ma non basta

Nel biennio 2020-21 il settore siderurgico ha dovuto fare i conti con l’impatto della pandemia da Covid-19, in seguito alla quale si sono registrate ripercussioni piuttosto negative sia sui livelli di produzione sia sulla domanda internazionale.

Oggi, però, come evidenzia anche il report sull’industria siderurgica in Italia realizzato da Allianz Trade, il settore ha registrato un fatturato di circa 70 miliardi di euro, nonostante il perdurare del conflitto in Ucraina e le conseguenti tensioni geopolitiche, con 24,411 milioni di tonnellate di acciaio prodotto: unaumento del 19,7% rispetto al dato evidenziato nell’anno precedente.

Allo stato attuale, infatti, l’industria siderurgica italiana si conferma al secondo posto in Europa dopo la Germania. E anche se, dopo anni di permanenza nella top ten mondiale, soprattutto per effetto dell’Ilva, che rappresenta una delle realtà più importanti d’Europa, oggi sia fuori dai primi dieci player a livello globale, non si può non evidenziale che l’intero comparto abbia registrato il 5,3% di fatturato in più, rispetto ai dati del 2019. Si tratta di un allineamento agli ottimi risultati del 2018, uno degli anni più proficui per il settore siderurgico italiano.

Industria siderurgica: aumento di produzione ed export alla base della crescita

La recente ripresa economica del settore siderurgico ha potuto beneficiare anche di una crescita significativa dei dati di vendita, alimentati da un incremento della produzione in moltissimi settori manifatturieri. A contribuire, però, sono anche i dati relativi all’export che, nei primi dieci mesi del 2021, hanno registrato dati di vendita nella maggior parte dei casi sensibilmente superiori anche alle rilevazioni del periodo pre pandemico.

Tra i principali destinatari di ferro, ghisa, acciaio e ferroleghe italiani, la Germania, al primo posto con 2,5 miliardi di euro e in netta crescita rispetto al periodo pre-Covid 19, seguita dalla Francia, dall’Austria, dalla Polonia e dalla Spagna.

A sostenere la domanda, una produzione che vede tra i principali protagonisti i centri siderurgici di Taranto e di Piombino, dove attualmente viene realizzato, prevalentemente sotto forma di nastri e lamiere, un terzo dell’acciaio italiano.


Presente e futuro dell’industria siderurgica: lo scenario italiano ed europeo

Gli ultimi rapporti sullo stato del settore siderurgico del paese, pur evidenziando una fase di ripresa, segnalano una certa criticità dovuta dall’attuale congiuntura. Il comparto continua infatti a muoversi tra diverse problematiche, ingigantite dall’inflazione, che ha fatto sentire la sua influenza soprattutto sulle tariffe di trasporto, dai prezzi in costante crescita di carbone, minerale e rottame ferroso e dai rincari dei costi di produzione, condizionati soprattutto l’incremento dei prezzi dell’energia.

Ad oggi infatti, il mercato siderurgico italiano risente degli effetti di un contesto ben più ampio, quello europeo, anch’esso influenzato negativamente dagli effetti del caro energia. Recentemente, EUROFER (l’Associazione Europea dell’Acciaio), nel bocciare le misure della commissione europea per la gestione dello stato emergenziale, ha fatto luce sugli effetti catastrofici di tariffe dell’energia poco competitive sul piano internazionale e sulle conseguenze dell’ingresso nel mercato europeo di paesi produttori non soggetti ai medesimi rincari.

Appare dunque evidente che, per il futuro del settore siderurgico italiano ed europeo, nel breve e nel lungo periodo, sarà fondamentale continuare investire sulla strada dell’economia circolare, nonché su processi produttivi ad alta efficienza energetica e parallelamente a basse emissioni di carbonio.