Indagine su medici europei e Ai, italiani più scettici in pratica clinica - Tuttoggi.info

Indagine su medici europei e Ai, italiani più scettici in pratica clinica

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Indagine su medici europei e Ai, italiani più scettici in pratica clinica

Gio, 14/11/2024 - 13:03

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(Adnkronos) - Sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale (Ai) nella cura diretta dei pazienti, per esempio attraverso chatbot che forniscono consigli, i medici italiani (62%) risultano essere i più scettici di tedeschi (58%) e francesi (56%). Anche in termini di prospettive future per le applicazioni che usano l'Ai, tra i professionisti italiani prevale una posizione più neutrale e attendista (40%) rispetto a quanto emerge tra i i colleghi portoghesi (54%), inglesi (50%) e spagnoli (46%) che, al contrario, si dichiarano entusiasti sul futuro di queste tecnologie. A prescindere dalla percezione attuale, la quasi totalità dei medici intervistati (95%) ritiene importante approfondire le proprie conoscenze sull'Ai e le sue applicazioni in campo medico. Solo 1 medico su 10, infatti, dichiara di sentirsi già molto preparato su questi temi. Sono i risultati di un'indagine condotta su un campione di 5.355 medici in 6 Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Uk), analizzando la percezione della classe medica rispetto all'uso dell'intelligenza artificiale, realizzata da Univadis Medscape, il portale di informazione per i professionisti della salute con notizie, strumenti, aggiornamenti e formazione per la classe medica presente in numerosi Paesi. 

Tra gli ambiti in cui l'intelligenza artificiale ha già dimostrato di poter avere un impatto positivo nella pratica clinica - si legge in una nota - la radiologia è al primo posto secondo la maggioranza degli intervistati, seguita dalla medicina generale per inglesi, portoghesi e spagnoli. Gli italiani si dichiarano invece molto favorevoli all'adozione dell'Ai in ambito amministrativo e di archiviazione dei documenti (77%) e risultano essere anche i più ottimisti rispetto alla possibilità di ridurre i casi di malasanità (64%) e di errori medici (63%) attraverso l'uso dell’Ai, seguiti dai medici spagnoli (61%) e portoghesi (57%). Al contrario, i medici del Regno Unito ritengono che l'uso di queste nuove tecnologie potrà aumentare la malpractice (40%) e il rischio di errore medico (31%). Sembra invece raccogliere un consenso trasversale in tutti i Paesi l'aspetto regolatorio: il 93% dei medici intervistati in Spagna, il 91% in Portogallo, l'88% in Germania e Italia e l'82% in Francia concordano sulla necessità di definire una normativa specifica che regoli l'uso dell'Ai in ambito sanitario.  

Le applicazioni dell'intelligenza artificiale in campo medico sono sempre più numerose e oggetto di studi volti a comprenderne benefici, rischi e potenzialità nei diversi ambiti di utilizzo. Se gli studi sono importanti per confermarne sicurezza e affidabilità, un ruolo fondamentale nel processo di implementazione dell'Ai nella pratica clinica lo gioca il medico, con il suo grado di fiducia e accettazione di queste nuove tecnologie. Il confronto tra le indagini condotte da Univadis Medscape nei diversi Paesi europei evidenzia quindi un crescente interesse generale nei confronti dell'intelligenza artificiale in questo settore, mettendo tuttavia in luce percezioni differenti rispetto alle specifiche applicazioni di queste tecnologie nella pratica clinica. 

(Adnkronos) – Sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale (Ai) nella cura diretta dei pazienti, per esempio attraverso chatbot che forniscono consigli, i medici italiani (62%) risultano essere i più scettici di tedeschi (58%) e francesi (56%). Anche in termini di prospettive future per le applicazioni che usano l’Ai, tra i professionisti italiani prevale una posizione più neutrale e attendista (40%) rispetto a quanto emerge tra i i colleghi portoghesi (54%), inglesi (50%) e spagnoli (46%) che, al contrario, si dichiarano entusiasti sul futuro di queste tecnologie. A prescindere dalla percezione attuale, la quasi totalità dei medici intervistati (95%) ritiene importante approfondire le proprie conoscenze sull’Ai e le sue applicazioni in campo medico. Solo 1 medico su 10, infatti, dichiara di sentirsi già molto preparato su questi temi. Sono i risultati di un’indagine condotta su un campione di 5.355 medici in 6 Paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Uk), analizzando la percezione della classe medica rispetto all’uso dell’intelligenza artificiale, realizzata da Univadis Medscape, il portale di informazione per i professionisti della salute con notizie, strumenti, aggiornamenti e formazione per la classe medica presente in numerosi Paesi. 

Tra gli ambiti in cui l’intelligenza artificiale ha già dimostrato di poter avere un impatto positivo nella pratica clinica – si legge in una nota – la radiologia è al primo posto secondo la maggioranza degli intervistati, seguita dalla medicina generale per inglesi, portoghesi e spagnoli. Gli italiani si dichiarano invece molto favorevoli all’adozione dell’Ai in ambito amministrativo e di archiviazione dei documenti (77%) e risultano essere anche i più ottimisti rispetto alla possibilità di ridurre i casi di malasanità (64%) e di errori medici (63%) attraverso l’uso dell’Ai, seguiti dai medici spagnoli (61%) e portoghesi (57%). Al contrario, i medici del Regno Unito ritengono che l’uso di queste nuove tecnologie potrà aumentare la malpractice (40%) e il rischio di errore medico (31%). Sembra invece raccogliere un consenso trasversale in tutti i Paesi l’aspetto regolatorio: il 93% dei medici intervistati in Spagna, il 91% in Portogallo, l’88% in Germania e Italia e l’82% in Francia concordano sulla necessità di definire una normativa specifica che regoli l’uso dell’Ai in ambito sanitario.  

Le applicazioni dell’intelligenza artificiale in campo medico sono sempre più numerose e oggetto di studi volti a comprenderne benefici, rischi e potenzialità nei diversi ambiti di utilizzo. Se gli studi sono importanti per confermarne sicurezza e affidabilità, un ruolo fondamentale nel processo di implementazione dell’Ai nella pratica clinica lo gioca il medico, con il suo grado di fiducia e accettazione di queste nuove tecnologie. Il confronto tra le indagini condotte da Univadis Medscape nei diversi Paesi europei evidenzia quindi un crescente interesse generale nei confronti dell’intelligenza artificiale in questo settore, mettendo tuttavia in luce percezioni differenti rispetto alle specifiche applicazioni di queste tecnologie nella pratica clinica. 

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