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Indagine Sole24ore: Umbria tra le prime regioni per favorire occupazione giovanile

E’ l’Umbria una delle prime regioni in Italia ad avere le migliori condizioni per favorire l’occupazione dei giovani. E’ quanto emerge dall’indagine elaborata dal Centro studi Datagiovani e pubblicata da Il Sole 24 Ore. “Questo dato è importante, ma anche assai significativo perché conferma la nostra scelta di valorizzare il sistema produttivo umbro puntando con sempre maggiore decisione sui giovani e su alcuni driver fondamentali della crescita, ovvero l’innovazione, la tecnologia, la qualità, lo spostamento su segmenti a più alto valore aggiunto”. Questo il commento della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Dall’indagine, che ha preso in esame diversi parametri ed analizzato la situazione complessiva dell’economia di ogni singola regione, ne emerge per l’Umbria una situazione composita. Nel primo indice sintetico, relativo alla “risposta alla crisi”, la nostra regione si piazza all’11esimo posto, dietro a molte regioni del centro nord – ma prima delle vicine Marche, del Friuli e della Valle d’Aosta – dell’Abruzzo e della Sardegna. Nell’indice relativo all’ambiente favorevole per i giovani l’Umbria si posiziona al terzo posto, dietro solo alle Marche e alla Valle d’Aosta.
Complessivamente, l’Umbria presenta una posizione di “medietà” che conferma in sostanza le analisi svolte da diversi studiosi e dalla stessa amministrazione regionale, con riferimento sia ad aspetti strutturali (si pensi al RUICS e all’Indicatore Multidimensionale allegato alla relazione sull’attuazione del programma di legislatura) che congiunturali (L’Umbria nella crisi). Un quadro dove la posizione mediana dell’Umbria nei principali indicatori di contesto si accompagna ad una evoluzione dinamica che negli ultimi anni ha conosciuto luci ed ombre, e che quindi comporta un risultato finale non brillante ma comunque meno drammatico di quello di alcune realtà regionali.
Venendo alla parte più significativa dell’indagine, cioè alla classifica Youth Friendly del Centro studi Datagiovani (che misura il potenziale di attrattività dei territori per gli under 30 in base a cinque aree di indagine, a cui corrispondono specifici indicatori: mercato del lavoro, imprenditoria, istruzione, demografia sociale, dinamica della crisi, sottoposti anche in questo caso ad un processo di standardizzazione e successiva aggregazione mediante opportuna pesatura), emerge un quadro sostanzialmente positivo per l’Umbria.

Dall’analisi dei dati, infatti, emerge un Paese in cui sono le regioni più piccole le “amiche” dei giovani. In particolare fatto 100 il valore dell’Italia, 13 regioni si collocano sopra la media e ai primi posti troviamo le Marche, la Valle d’Aosta, l’Umbria e il Molise. I fattori decisivi che permettono a queste piccole regioni di posizionarsi davanti a quelle a dimensioni più elevate sembrano essere meno barriere all’ingresso nel mercato unite a buone capacità imprenditoriali e un istruzione elevata che sembrano facilitare la carriera delle nuove generazioni.
L’Umbria in particolare primeggia per l’istruzione, distinguendosi in particolare per la più bassa dispersione scolastica (13,3% contro il 18,8% della media italiana). L’Umbria presenta il secondo miglior risultato nel numero di laureati 30-34 enni (25,6%).
“La nostra regione, continua la Presidente Marini, presenta buoni risultati anche nel mercato del lavoro, nonostante gli effetti negativi della crisi economica, posizionandosi in sesta posizione, sopra la media italiana. L’Umbria mostra un basso numero di giovani neet (giovani che non lavorano e non studiano) rispetto alla media nazionale (15,6% contro 22,1%), un tasso di disoccupazione giovanile inferiore alla media nazionale (21,0% contro 27,8%) e totale (6,6% contro 8,4%) e un tasso di occupazione superiore alla media italiana (67,1% contro 61,1%).
Al pari delle Marche l’Umbria sembra essere un’area con un buon equilibrio economico-sociale per certi aspetti capace di assorbire meglio gli shock esterni provocati dalla crisi almeno nelle due aree sopra citate, anche se l’Umbria è la quint’ultima regione con la peggiore variazione negativa degli indicatori dal 2008 al 2010 (assett effetto crisi). Un dato questo che deve essere particolarmente valutato, anche alla luce dei risultati dell’indagine sulla “risposta alla crisi”.
L’Umbria si posiziona a metà graduatoria nell’assett imprenditoria (10° posizione) e nell’assett socio-demografico (11° posizione) dove la posizione inferiore alla media italiana risente significativamente del fatto che la nostra è la regione con il più alto numero di anziani: è la quarta regione con l’indice di vecchiaia più alto. Nel campo imprenditoriale l’Umbria mostra una buona demografia d’impresa, posizionandosi sesta con un tasso di sopravvivenza delle imprese, a 5 anni dall’avvio, del 53,3% superiore alla media italiana e una percentuale di giovani imprenditori sul totale degli imprenditori pari al 5,3% uguale alla media italiana”.