Claudio Bianchini
Sembrano non finire mai i colpi di scena sulla vicenda della badante ucraina uccisa, e rinvenuta lunedì mattina in una piazzola lungo la strada tra Foligno e Spello. Emergono pian piano nuovi particolari, e il quadro della situazione inizia a delinearsi con maggiore chiarezza.
Un anno fa il matrimonio – Ancora non si trova il 67enne Giovanni Miceli, marito della povera Olga Dunina, con la quale era convolato a nozze da poco più di un anno: lo scorso 28 marzo del 2012 per l'esattezza. Il fatto che abbia fatto perdere le proprie tracce aumenta i sospetti che si erano già concretati su di lui nei primi momenti.
Uno scatolone incastra Miceli – Ad incastrare il presunto omicida sarebbe proprio il cartone utlizzato come macabro involucro del cadavere. Stando al alcune indiscrezioni infatti, pare che lo stesso Miceli lo abbia avuto da un negozio di abbigliamento nella zona di piazza della Repubblica. Ad incastrarlo potrebbero essere le riprese di una telecamera di videosorveglianza installata lungo il tragitto che porta all'abitazione di via Petrucci 17 dove la coppia abitava da qualche mese in un appartamento al terzo piano messogli a disposizione di una onlus, a mò di casa famiglia.
Il marito nel registro degli indagati – Perchè il marito si è allontanato? E soprattutto, quale alibi potrà fornire agli uomini del apitano Andrea Mattei, ed a Mario Formisano, sostituto procuratore? Intanto Giovanni Miceli è stato iscritto ufficialmente nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario. L'uomo abitava in precedenza in via del Reclusorio 2 sempre in pieno centro storico, ed aveva svolto l'attività di artigiano saldatore.
Si punta verso Roma – ll cellulare di Miceli avrebbe agganciato una cella telefonica a Roma prima di essere spento. E proprio nella capitale avrebbe un figlio, un'ex moglie, delle sorelle e dei nipoti. Ovviamente tutti i familiari sono stati sentiti dagli inquirenti. Il figlio sarebbe stato interrogato per diverse ore.
Tracce di sangue in casa – I Ris di Roma, nella giornata di ieri, hanno passato letteralmente al setaccio la casa dei due coniugi ed il palazzo di via Petrucci, esaminando anche androne, scale, corridoi e vano ascensore. Grazie all'esame del luminol, pare che nella stanza da letto, o meglio sul materasso, siano state rilevate alcune tracce di sangue. Occorrono però esami più accurati. Gli uomini hanno anche portato via alcuni oggetti, per procedere ad analisi più approfondite, si parla in particolar modo di tovaglie e coperte.
Le liti e il vizio delle slot – Secondo alcune testimonianze, la coppia sarebbe stata particolarmente litigiosa, almeno negli ultimi tempi. Sembra che l'uomo chiedesse alla badante soldi da versare poi nelle slot machine, un vizio particolarmente scomodo viste le modeste condizioni economiche dei due. Spesso l'uomo alzava la voce e di questo si sarebbero lamentati anche gli altri inquilini della casa famiglia.
Giallo sull'aiuto di un complice – E spunta il copo di scena: la presenza di un eventuale complice, qualcuno che avrebbe potuto mettere a disposizione del Miceli un'auto o un furgoncino ed aiutato a trasportare il colpo per occultarlo. L'uomo infatti non avrebbe avuto a disposizione una vettura. Ed oltre al particolare del foulard da donna conficcato in gola, si apprende ora che la povera Olga Dunina avrebbe anche avuto i piedi legati con dei cavi elettrici, probabilmente fili di antenne televisive. Forse chi l'ha nascosta lì si aspettava che non sarebbe stato rinvenuta così presto, o magari pensava di poter tornare indisturbatamente in un sedondo momento, dopo aver pianifiicato un occultamento più efficace. Come avrebbe fatto un uomo di circa settantanni, minuto e gracile a trasportare lo scatolone, considerando che i militari che lo hanno rimesso nel pulmino della scientifica erano ben quattro?
Foligno su 'Chi l'ha visto ?' – E ieri sera i folignati hanno assisito numerosi alla trasmissione televisiva di Rai 3 “Chi l'ha visto ?” in diretta sino a tarda notte da via Petrucci, in un attimo si sono rivissuti i tragici momenti in cui la città era preoccupata dalla presenza del cosiddetto 'mostro di Foligno'