Incursioni di cinghiali, anche bianchi ibridati (VIDEO): rabbia per i danni e accusa all'Atc

Incursioni di cinghiali, anche bianchi ibridati (VIDEO): rabbia per i danni e accusa all’Atc

Massimo Sbardella

Incursioni di cinghiali, anche bianchi ibridati (VIDEO): rabbia per i danni e accusa all’Atc

Lun, 22/07/2024 - 08:49

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Cinghiali, anche ibridati con maiali, come dimostrano i cuccioli di colore bianco immortalati in uno dei numerosi video girati col cellulare da cacciatori e agricoltori della zona di Assisi. Che testimoniano la forte e continua presenza degli ungulati, in particolare nella zona di Casaccia e Mora. Animali che, oltre a rappresentare un pericolo per il transito (non solo sulle strade secondarie, visto che ormai imperversano anche a ridosso delle arterie principali) stanno distruggendo le colture, in particolare il pregiato favino biologico.

“I cinghiali nella zona – lamentano cacciatori e agricoltori – dovevano essere un bene, ma non è così, visto che la loro presenza è ormai eccessiva e fuori controllo. Questo – accusano – è il risultato di aver dato la gestione in mano a persone che non conoscono il problema e che non si confrontano con chi lo vive quotidianamente”.

A proposito dei cinghiali, tra cui anche le specie bianche perché ibridate, per i cacciatori della zona potrebbe rappresentare una ricchezza se fosse ben gestita. “Un bene – spiegano – qualora fosse ben gestito e spalmato su tutto il mondo venatorio, chiamato a rispondere di tutti i danni accertati nel territorio dell’Atc di competenza”.

Nell’Atc2, poi, i cacciatori in questione lamentano l’impoverimento dell’altra fauna cacciabile: “Il Direttivo dell’Ambito ci dice che non ci sono i soldi per i ripopolamenti e per una buona gestione delle zone di ripopolamento e cattura e le Art”. E rispetto all’ipotesi di aumentare le quote dell’Atc, la risposta è chiara: “Non serve assolutamente. Basterebbe avere un gruppo di persone competenti e disposte, così come le Istituzioni, a confrontarsi con pari dignità con tutti i portatori di interessi e non una continua umiliazione dei cacciatori”.

Rispetto alla più generale gestione del cinghiale, anche per arginare i rischi della peste suina africana ormai arrivata nelle regioni limitrofe all’Umbria, si lamenta il fatto che si stia creando la figura del “cacciatore di professione”: “A chi giova – si chiedono i cacciatori di Assisi – questo sconvolgimento tra passione e professione?”.

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