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Incidenti di caccia, associazioni venatorie: bene il calo, ma puntiamo allo zero

I numeri sugli incidenti di caccia nella stagione venatoria appena conclusa confermano un trend di graduale caro. Il numero dei decessi, filtrato degli episodi legati a malori, cadute o atti intenzionali o illeciti, è infatti passato da 18 nel 2017, a 15 nel 2019 e a 13 nel 2021. Analogamente, anche il numero di feriti si è ridotto da 63 nel 2017, a 60 nel 2019 e a 54 nel 2021. Il dato del 2020 prevedeva numeri ancora più bassi, ma in un anno segnato dalle forti limitazioni delle attività di caccia, a causa del Covid. Dal 1° settembre 2021 al 31 gennaio 2022 i decessi sono stati 14, mentre i feriti in attività di caccia 60.

Il commento delle associazioni venatorie

Dati, quelli pubblicati dall’Università di Urbino, che associazioni venatorie riconosciute (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia) e il CNCN (Comitato nazionale caccia e natura) hanno accolto positivamente.

Sottolineando positivamente anche il fatto che nessun decesso ha visto coinvolte persone estranee all’attività di caccia.

Caccia meno pericolosa di altri sport

“Questi risultati – scrivono – sono merito dell’impegno di tutti i cacciatori italiani, che dimostrano di sapere interpretare sempre meglio quel ruolo di cacciatore responsabile nei confronti del territorio e della comunità, che è al cuore dell’attività venatoria moderna. Un impegno che parte naturalmente dall’attenzione agli aspetti legati alla sicurezza sia per la caccia individuale sia, soprattutto, per quella in forma collettiva”. Lo studio riporta infatti anche il numero di incidenti riscontrati nel corso dell’anno riguardanti altre attività outdoor, quali ad esempio l’escursionismo (102 morti e 265 feriti nel 2021, per lo più dovuti a cadute in dirupi e burroni), la balneazione (65 morti e 6 feriti escludendo i malori), gli sport invernali (24 morti e 47 feriti) e l’alpinismo/arrampicate (32 vittime).

“Il report dell’Università di Urbino – aggiungono – conferma inoltre, ancora una volta, che la caccia è una delle attività più sicure fra quelle praticate all’aperto”.

Obiettivo “zero incidenti”

Ma le associazioni del mondo venatorio non si accontentato di questi risultati, anche se giudicati positivi. “Sebbene il trend degli incidenti sia in calo – commentano – è chiaro infatti che l’obiettivo deve rimanere quello di puntare a “zero decessi” e “zero infortuni”, facendo della caccia un’attività sempre più sicura. In questo senso continua e si rafforza l’impegno delle associazioni venatorie riconosciute e del CNCN nel formare, informare e sensibilizzare tutti coloro che si dedicano alla caccia, al fine di mantenere alta l’attenzione sull’importanza di adottare comportamenti prudenti, non soltanto durante l’esercizio della pratica venatoria, ma anche nelle fasi preparatorie, allo scopo garantire la massima tutela dell’incolumità propria e altrui”.