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Inchiesta “Goracci”, continuano interrogatori. Indagini anche su appalti e abusi edilizi. Le prove dei Ros

Termineranno oggi gli interrogatori di garanzia agli ultimi tre indagati del “Gruppo Goracci”, sottoposti a misure cautelari perché coinvolti nello scandalo che ha investito nei giorni scorsi l'ex sindaco di Gubbio e vicepresidente del consiglio regionale Orfeo Goracci.

Dopo le audizioni di Goracci, dell'ex vicesindaco Maria Cristina Ercoli e di altri indagati, alcuni dei quali ai domiciliari, oggi sarà la volta di Antonella Stocchi, Marino Cernicchi e Paolo Cristiano di comparire di fronte al Giudice per le indagini preliminari Carla Giangamboni.

Distruggevano le carte – Mentre l'indagine, secondo le notizie che trapelano, promette sviluppi, con almeno altri otto altri avvisi di garanzia in arrivo ad altrettante persone forse coinvolte nella cricca dello “zar”, come è stato soprannominato l'ex primo cittadino, le carte spiegano il motivo delle misure cautelari che hanno colpito i nove, che si trovano in parte a Capanne e in parte ai domiciliari. Secondo la ricostruzione dei Pm Antonella Duchini e Mario Formisano, così come riportato nell'ordinanza di custodia cautelare, la misura preventiva, aggravata dal divieto per Goracci di incontrare i propri avvocati fino a domenica, è divenuta necessaria proprio dopo il tentativo di alcuni di loro di “correre ai ripari” dopo i primi avvisi di garanzia, tentando di distruggere la documentazione che potesse provare abusi e irregolarità. E' il caso di Lucia Cecili, dipendente del comune di Gubbio, ritenuta dagli inquirenti “persona di assoluta fiducia di Goracci”, che, dopo gli avvisi di garanzia a Goracci e Maria Cristina Ercoli, si sarebbe procurata una nuova scheda telefonica, per il timore di essere intercettata, e avrebbe fatto sparire dagli archivi comunali gli atti relativi al filone sui presunti avanzamenti di carriera pilotati nel corpo di polizia municipale. Stesso ruolo per Graziano Capannelli, ex assessore della giunta Goracci, poi consigliere comunale a Gubbio, e per Marco Ottaviani, che ignari anche loro di essere pedinati e intercettati dagli inquirenti, avrebbero recapitato interi “faldoni” in casa dell'ex vice sindaco Ercoli.

Soltanto copie – Secondo quanto riferito dal legale difensore Ubaldo Minnelli, che ha seguito ieri gli interrogatori di garanzia, i diretti interessati avrebbero riferito al Gip di aver preso “soltanto copie” dei documenti, senza l'intenzione di distruggerli. Gli indagati, secondo l'avvocato, avrebbero fornito al Gip e alla Duchini, presenti all'interrogatorio di garanzia, “dettagliati e circostanziati” chiarimenti al giudice relativamente a tutti i fatti su cui si fondano i capi d'accusa.

Lo sviluppo delle indagini – Nel frattempo le indagini, coordinate dai Pm Formisano e Duchini con il supporto dei Ros dei Carabinieri, stanno passando al setaccio tutti gli atti sensibili passati per il comune di Gubbio nel decennio dell'amministrazione Goracci. L'attuale ricostruzione dell'attività del “gruppo” ha portato il Gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, a parlare di un clima di “allarmante illegalità diffusa”, dove il comune veniva trattato “come una cosa propria”, per assecondare personali interessi economici e politici. In un simile contesto gli occhi degli inquirenti sono dunque puntati sui principali appalti e concessioni. Attenzione rivolta anche su un certo numero di presunti abusi edilizi avvenuti nel territorio eugubino sui quali l'amministrazione nonavrebbe esercitato in pieno il proprio ruolo di controllo. Attività che per l'accusa erano tutte connesse all'ottenimento del consenso elettorale.

Francesco de Augustinis