Un semplice foglio di carta, a firma del sindaco di Norcia Nicola Alemanno, in cui – bypassando le leggi ordinarie ma anche quelle straordinarie del post sisma e pure gli uffici tecnici comunali – in data 14 novembre 2016 “si autorizza in via temporanea ed in deroga x emergenza sisma” l’installazione di un prefabbricato che poi sarebbe diventato la sede temporanea della BCC di Spello e Bettona nella città di San Benedetto, consentendo così l’apertura di una sede secondaria in Valnerina dell’istituto di credito subito dopo il terremoto del 2016.
Parte da questo documento – che reca la data dello stesso giorno in cui il primo cittadino apre un conto corrente presso la banca in questione – l’inchiesta della Procura della Repubblica di Spoleto, che si muove per le ipotesi di reato, in concorso, di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Nel registro degli indagati sono iscritti, oltre al primo cittadino nursino (per il quale c’è anche l’accusa di peculato), la responsabile dell’area economico finanziaria del Comune di Norcia, Loretta Marucci, il presidente della BCC di Spello e Bettona Massimo Meschini ed il vice direttore generale dell’istituto di credito Maurizio Carnevale. Raggiunto nella sua abitazione fuori dall’Umbria dal decreto di perquisizione che ieri ha visto i finanzieri del nucleo economico finanziario di Perugia sequestrare computer, telefoni cellulari ed altre apparecchiature elettroniche, anche il direttore generale della banca, Maurizio Del Savio.
Nel decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Spoleto, gli inquirenti mettono in fila alcuni passaggi temporali dell’approdo nella città di San Benedetto della Bcc di Spello e Bettona. Prima, appunto, l’autorizzazione illegittima (tanto che poi sarà lo stesso Comune ad ordinare la demolizione del prefabbricato, a gennaio 2018). Quindi, “a brevissima distanza di tempo“, l’adesione a socio BCC, “con connesse utilità e vantaggi“, sia di Alemanno che dalla sua società. E ancora, “di lì a poco, la partecipazione della BCC di Spello e Bettona al bando con procedura aperta per l’affidamento del Servizio Tesoreria del Comune di Norcia“, aggiudicata definitivamente il 14 marzo 2017, con determinazione a firma della funzionaria comunale Marucci. Ma il sospetto degli inquirenti è che l’istituto di credito sia stato l’unico partecipante per “la scarsa convenienza e le tempistiche troppo brevi del bando, che non consentivano un’adeguata istruttoria, anche perché tutta concentrata nel periodo natalizio“.
“Dalla concessione dell’autorizzazione urgente (ed illegittima) del sindaco derivavano – secondo i pm – plurimi vantaggi economici anche per l’istituto di credito BCC, vantaggi non altrimenti conseguibili in assenza di una sede in Norcia: apertura della filiale nella piazza del tutto nuova della Valnerina con istituzione in tale luogo della sede secondaria della Banca; possibilità di partecipare al bando per l’affidamento del servizio di tesoreria; possibilità di aderire alla Convenzione ABI – CDP ‘Plafond Sisma Centro Italia’ per l’accredito quale istituto erogatore di finanziamenti agevolati in favore di privati e aziende danneggiate dal sisma, così garantendosi un ruolo primario nei prossimi anni nella gestione dei finanziamenti per la ricostruzione post – sisma ed acquisendo un ruolo di spicco sul mercato creditizio della zona del cratere”.
Lo scambio di ‘favori’ si sarebbe concretizzato secondo gli inquirenti con l’autorizzazione a febbraio 2017 a divenire socio della BCC, sia come persona fisica che come legale rappresentante della sua società, la Omnigis. Da statuto, però, per l’ammissione a socio è necessario risiedere o svolgere la propria attività nella zona di competenza territoriale della banca. Dunque senza la sede in Valnerina tale opportunità non sarebbe stata possibile. “Alla qualità di socio – si legge nel decreto di perquisizione – sono connessi molteplici vantaggi costituiti dal diritto di voto in assemblea, dalla ripartizione degli utili della soc. cooperativa, dalla fruizione di servizi riservati in termini di carte, conti correnti, finanziamenti, investimenti, assicurazioni e servizi accessori, borse di studio per figli e familiari. Pari rilevanza ai fini della configurazione della fattispecie dell’art. 319 c.p. (il reato di corruzione, ndr) assume l’apertura – lo stesso giorno (sic!) in cui Alemanno concedeva l’autorizzazione all’installazione del prefabbricato uso banca – di un rapporto di conto corrente presso la BCC di Spello e Bettona”.
Quindi la questione del bando di tesoreria per il periodo 2017 – 2021, ritenuto di fatto cucito su misura. Il bando, infatti, prevedeva tempi inferiori a quelli previsti dalla legge per la ricezione delle offerte dalla data di trasmissione del bando, “in modo da precludere ai possibili partecipanti lo svolgimento di idonea istruttoria tecnica per verificarne la convenienza“. Ma è sul contributo che il Tesoriere avrebbe dovuto elargire in favore di progetti deliberati dal Comune di Norcia che si concentrano i sospetti maggiori. Un contributo infatti previsto “senza tetto massimo di entità e da corrispondere entro il 30 giugno per ogni anno di durata della convenzione”. Una clausola particolare che né il Comune di Norcia in passato né altri Comuni avrebbero mai applicato. Perché generalmente per i contributi in questione è previsto un tetto massimo che determina l’assegnazione del punteggio.
“L’unica plausibile spiegazione di tale anomalia – secondo gli inquirenti – risiede nell’accordo, antecedente alla stipula del bando di gara” tra il primo cittadino ed il presidente dell’istituto bancario, “in ordine alla non effettiva corresponsione (o alla non totale corresponsione) da parte dell’istituto di credito del contributo di euro 20.500 indicato nell’offerta“. Contributo che in effetti nel 2017 e nel 2018 non era stato versato dalla BCC entro fine giugno e tantomeno richiesto dal Comune, come avevano accertato i finanzieri. Soltanto successivamente ai primi accertamenti fatti dalla Finanza, infatti, Comune e Bcc si erano mossi, nell’autunno del 2018, per la richiesta del contributo in questione. “Non vi è prova tuttavia allo stato dell’effettivo pagamento del contributo, neanche relativamente ad una sola annualità”.
Il timore degli inquirenti è la possibilità di una situazione analoga nell’affidamento del servizio di tesoreria dell’azienda pubblica di servizi alla persona “Fusconi Lombrici Renzi”, il cui bando di gara (a firma sempre della Marucci) prevede aspetti uguali a quello comunale.
Nel mirino di Procura e Finanza ci sono poi le telefonate tra il Comune di Norcia e i vertici della BCC di Spello e Bettona. Per la BCC il responsabile della partecipazione alle gare di appalto è risultato essere il vice direttore Carnevale, presente a Norcia il giorno dell’apertura della busta contenente l’offerta per il bando tesoreria comunale del 2017 e che è risultato avere numerosi contatti telefonici con Marucci nel periodo antecedente lo svolgimento della gara del bando tesoreria “Lombrici Fusconi Renzi” e del precedente bando. Mentre l’analisi dei tabulati telefonici ha evidenziato anche l’esistenza di 53 telefonate tra il sindaco Nicola Alemanno e il direttore della banca Maurizio Del Savio nel periodo tra il 7 dicembre 2016 ed il 26 novembre 2018. Ed è proprio per approfondire meglio anche i contatti telefonici che sono stati sequestrati i telefoni cellulari in uso agli indagati oltre all’acquisizione di vario materiale informatico, presente sia negli uffici che nelle abitazioni personali.
Tra i documenti sequestrati anche l’originale degli atti della gara – appena affidata alla BCC di Spello e Bettona con aggiudicazione temporanea – del servizio tesoreria della residenza protetta “Lombrici Fusconi Renzi” di Norcia.
Se le contestazioni nei confronti del Comune di Norcia e della BCC di Spello e Bettona sono pesantissime, gli indagati però si dicono certi che verrà dimostrata la loro estraneità alle accuse. D’altronde l’istituto di credito sin dal 2014 stava lavorando, in attesa dell’autorizzazione della Banca d’Italia, per sbarcare in Valnerina. Prima del prefabbricato, tra l’altro, nella città di San Benedetto era già stato aperto un piccolo ufficio, in un distributore di benzina nel cui piazzale è stato poi collocato il container utilizzato come ufficio temporaneo. Poi le scosse di terremoto del 24 agosto e del 30 ottobre 2016 avevano aperto una riflessione, come era stato spiegato in occasione dell’inaugurazione della sede il 1 aprile 2017, se proseguire o meno nel percorso. Cosa che alla fine era stata fatta, raccogliendo oltre 200 adesioni di soci nel febbraio di quell’anno, con il conseguente via libera dalla Banca d’Italia. Mentre la partecipazione al bando di tesoreria del Comune rientrerebbe nelle politiche dell’istituto di credito per farsi meglio conoscere nel territorio (la BCC di Spello e Bettona è tesoriere di vari Comuni, come Spello, Trevi, Gualdo Cattaneo, e di scuole nel Folignate e nell’Assisano), vista anche la mission sociale di una banca di credito cooperativo.
A difendere in questa vicenda giudiziaria la BCC di Spello e Bettona nella figura del presidente Massimo Meschini è l’avvocato Fernando Mucci del foro di Perugia. “Detto istituto – spiega il legale a Tuttoggi – risulta estraneo alle contestazioni ipotizzate dalla Procura della Repubblica di Spoleto. Preciso che la Banca ha sempre operato nel pieno rispetto delle norme e confido nell’operato della magistratura affinché sia fatta piena luce sul reale svolgimento dei fatti, certo che le indagini dimostreranno l’assoluto mancato coinvolgimento dell’istituto nelle ipotesi delittuose contestate”.
A parlare è anche il sindaco Nicola Alemanno, difeso dagli avvocati Massimo Marcucci e Luisa Di Curzio: “il nostro operato è alla luce del sole” dice. “Come sempre ci siamo messi a totale disposizione degli inquirenti. Le istituzioni non devono mai temere di essere controllate” è il commento del primo cittadino, finito al centro di varie inchieste dopo il sisma. “Ancora una volta – aggiunge – siamo pienamente sicuri del cristallino operato della nostra Amministrazione e attendiamo con serenità che le verifiche si concludano. Certo, non possiamo non rilevare il senso di stordimento ed incredulità di tutta la struttura amministrativa che sembra colpita da un altro terremoto”.
I suoi legali, però, nel frattempo stanno focalizzando l’attenzione su un’altra vicenda, quella del Centro Boeri, raggiunto lunedì da una nuova ordinanza di sequestro da parte del gip di Spoleto Federica Fortunati. Il magistrato, lo stesso che mercoledì prossimo presiederà l’udienza preliminare a carico di Alemanno e dell’architetto Stefano Boeri per l’ipotesi di abuso edilizio, ha motivato il nuovo sequestro con il potenziale “afflusso di migliaia di persone” e “transito di altrettante autovetture e mezzi di trasporto con notevoli emissioni di scarichi nocivi per l’ambiente” in caso di riapertura della struttura polivalente situata in un’area sottoposta a vari vincoli naturalistici. “E’ proprio la dirompente vocazione di ‘aggregazione sociale’ dell’opera che ne conclama, in relazione allo specifico ecosistema dell’area protetta, – scrive il gip – l’assoluta incompatibilità con gli interessi tutelati dai vincoli sulla stessa sussistenti, tanto da rendere palpabile l’elevatissima probabilità di danno futuro dipendente dall’uso”.
(modificato alle ore 11.45)