L’inchiesta parte da Napoli. Ed in particolare dai carabinieri del Nas guidati dal maggiore Gennaro Tiano, e coordinati dal pm Ida Frongillo. Quattro titolari di quattro ditte – tre campani e uno abruzzese – sono indagati dalla Procura campana nell’ambito di una indagine su irregolarità riguardanti la sicurezza del lavoro in alcuni cantieri dell’Umbria dove sono in corso opere post terremoto.
All’inizio del mese di ottobre i Nas di Napoli hanno eseguito alcuni sopralluoghi nei cantieri post sisma aperti da ditte campane, e acquisito documentazione che ora è al vaglio degli inquirenti. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è che nei cantieri non tutto fili sempre come dovrebbe. Si scoperchia dunque per la prima volta, con questa indagine agli albori, il tema della vigilanza sulle opere di ricostruzione e nelle opere di realizzazione delle casette.
Anche le sedi di un’azienda di Trevi e un’altra di Foligno sono state oggetto di perquisizioni ma nel registro degli indagati sono finiti i quattro titolari di aziende di costruzione, di cui nessuno umbro. L’ipotesi della Procura è pesantissima, e configura l’esistenza di una presunta associazione a delinquere diretta a commettere reati di sfruttamento del lavoro, falso in atti pubblici ed emissioni di fatture per operazione inesistenti. Tra i cantieri oggetto di perquisizione e controlli anche quelli di Preci e Cascia dove evidentemente sono risultati collegamenti con le ditte finite nell’inchiesta.
Nel decreto di perquisizione è scritto che “La predetta associazione si sta occupando dell’esecuzione di lavori pubblici in una pluralità di zone avente oggetto la realizzazione di insediamenti abitativi di emergenza, i cosiddetti moduli Sae”.
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(immagine di repertorio)