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Inchiesta Banca Pop Spoleto, parla “Francesco”: “informai l’Aisi del serbo, pronto a riferire al Procuratore” / Foto

Carlo Ceraso
Non ci sta “Francesco M.” a passare per uno che avrebbe tentato di ostacolare le indagini della Guardia di Finanza sull’ex padre-padrone di PopSpoleto e Scs. E neanche per quello ‘sprovveduto’ che ha accompagnato il serbo Markovic – probabilmente gestore dei fondi dell’ex rais Milosevic – fin dentro gli uffici e sportelli di piazza Pianciani. Lo spoletino, dipendente di una nota azienda olearia locale e con una passione per i servizi di ‘intelligence’, è passato così al contrattacco dopo che il suo nome è finito agli atti dell’inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Spoleto come pure in quelli firmati dai 5 ispettori di Bankitalia che lo scorso anno passarono al setaccio piazza Pianciani. Atti che Tuttoggi.info ha potuto visionare e di cui ha dato notizia nei giorni scorsi. Francesco, vale ribadirlo, non risulta indagato ma indubbiamente il “peso” di questa vicenda lo ha convinto a voler spiegare, a suo modo, la propria posizione per “tutelare l’onorabilità mia e della mia famiglia”. Lo incontriamo presso lo studio del proprio legale di fiducia, l’avvocato Daniela Gargiulo del foro di Spoleto.
Ci può spiegare la sua attività? “Sono un semplice operaio presso una azienda olearia di Spoleto di cui vado orgoglioso, ma da più di 20 anni mi occupo anche di tecnologie applicate al settore security. In quest’ultimo campo, che ho sempre svolto legalmente, ho cominciato nel 1997 quando venni convocato dalla procura di Palermo guidata dal procuratore Caselli per le mie conoscenze sulle tecnologie applicate all’antiterrorismo”
Francesco ci mostra così un paio di corrispondenze con l’ex Capo della Polizia: “ho conosciuto il compianto dottor Manganelli quando era questore di Palermo e grazie a lui ho presieduto più volte seminari formativi sull’utilizzo di sofisticate tecnologie, in particolare del jammer ovvero di quei disturbatori di frequenze che inibiscono ai telefoni mobile di ricevere o inviare segnali”.
Un rapporto, quello con il Viminale, che, sempre a suo dire, non si sarebbe mai interrotto: “il 15 gennaio e il 19 giugno scorso, grazie al sottoscritto, la più importante azienda internazionale in forniture militari ha potuto mostrare i propri prodotti ai vertici ingegneristici e operativi della Polizia di Stato”. Reparti di punta come Sco, Nocs ma anche l’Ispettorato del Vaticano si sarebbero nel tempo affidati a lui.
In tal senso ci mostra (e ci consegna) alcune foto di una Alfa 159 sulla quale avrebbe installato un dispositivo jammer: “questa è l’autovettura che segue il Papa, il dispositivo serve a disturbare le frequenze per eventuali ordigni radiocomandati…se fosse stato installato sull’auto di Falcone sarebbero ancora tutti vivi”.
Va bene ma non divaghiamo, torniamo all’argomento per il quale ci ha voluto incontrare. Quando nasce la sua collaborazione con la Popolare Spoleto? “La mia vecchia amicizia con il presidente Antonini, con il consigliere Galli e tanti altri vertici fa sì che ad un certo punto mi viene chiesta una collaborazione professionale al fine di produrre consulenze riguardo alla sicurezza del gruppo di piazza Pianciani
Che genere di consulenze? “I miei rapporti con varie realtà istituzionali italiane ed estere hanno potuto sviluppare nel sottoscritto un buon livello di preparazione nella raccolta e analisi di informazioni utili per possibili strategie e azioni di business”.
Parliamo di servizi segreti? “Anche, ma anche rapporti con le forze dell’ordine locali”
Come mai lo scorso settembre accompagna il serbo Markovic in Bps quando questo nome sembra figurare nella lista degli indesiderati stilata nel 2000 dall’Unione Europea (il documento si trova facilmente in internet)? “Questi signori mi vennero presentati da Giovannino Antonini che era convinto di poter concretizzare con loro l’operazione per l’acquisto delle quote di Monte Paschi Siena. Fui proprio io con questa mail (dice mostrando un foglio, n.d.r.), nel rispetto del mandato ricevuto dalla Banca, ad informare un ente preposto alla sicurezza nazionale di verificare con attenzione le generalità e la funzione di questi personaggi stranieri interessati alle vicende della PopSpoleto”.
Francesco M. ci mostra così il testo di una mail che sarebbe stata spedita il 6 ottobre scorso, un mese dopo dunque lo sbarco di Markovic a Spoleto, “ad uno dei vertici umbri dell’Aisi, l’agenzia dei servizi segreti”.
Nel corso di una intercettazione Antonini e l'ex consigliere Scs Leodino Galli (non indagato) fanno il suo nome come di colui che si sarebbe prestato a bonificare l’ufficio dell’ex presidente da eventuali microspie, bonifica venuta peraltro male visti gli esiti dell’inchiesta “E’ falso, sono millantatori. Io non ho mai fatto operazioni di questo genere sia perché non ho la relativa autorizzazione, sia perché non dispongo di simili strumentazioni, sia ancora perché mai avrei tentato di ostacolare l’attività dell’autorità giudiziaria”
Mi scusi, ma che motivo avrebbero avuto di tirarla in ballo? “Guardi in quel periodo i due mi pressavano per le mie conoscenze in campo tecnologico e mi chiesero di intervenire, ma non ho mai raccolto il loro invito. Ammetto che per evitare quelle insistenze dissi loro che potevano stare tranquilli, visto che l’ufficio del presidente Antonini era dotato di sistema di videosorveglianza ma nulla di più”.
Allora perché… “Mi scusi ma lo devo dire” interviene Francesco
Cosa? “sono a dir poco disgustato di aver collaborato con Antonini & Co. impegnati a mia insaputa in azioni di così basso profilo morale e ritengo a questo punto anche illegale”
Si rende conto delle sue affermazioni? “Certo, sono pienamente cosciente ma quella che vi ho raccontato è la verità. Il sistema Antonini era noto a molti, fatto di amicizie anche con pezzi di istituzioni molto influenti”
Sta cercando di farci capire che lei è a conoscenza di notizie per così dire scottanti? “Sì”
E non ha mai pensato di rivolgersi all’autorità giudiziaria? “ci ho pensato…”, un breve sguardo al suo avvocato che fa cenno affermativo con la testa e Francesco conclude: “prenderò al più presto un appuntamento con il procuratore della Repubblica per raccontare tutto quello che so”.
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