Un umbro ai domiciliari e l’importanza dell’Umbria che emerge dalle intercettazioni. L’inchiesta sull’Anas che ha portato ai domiciliari il figlio di Denis Verdini, Tommaso, l’umbro Fabio Pileri e altre quattro persone riguarda, in qualche modo, anche l’Umbria in relazione ad una serie di appalti. Per l’Umbria ce ne sarebbero quattro: fra loro il lotto 2 dell’accordo quadro quadriennale per il risanamento strutturale, appalto da 60 milioni di euro per Toscana-Lazio-Umbria-Marche-Abruzzo-Molise. Al centro dell’indagine ci sono anche i 4 Milioni del lotto 5 Molise Umbria ed i 15 Milioni per i lavori di risanamento strutturale e impiantistico delle gallerie previsti nell’accordo 8.
Alla luce di quanto emerso, considerato che ci sarebbero anche delle intercettazioni dove si dice esplicitamente “tocca annà a Perugia a dà du schiaffi a uno” e “quel milione e duecentomila euro che ti ho sbloccato io di quella galleria a Perugia, che sennò a te non ti facevano toccare palla e a me è valso un avviso di garanzia”, il segretario regionale del Pd e consigliere regionale, Tommaso Bori, ha presentato una interrogazione sul tema. “E’ necessario fare chiarezza, facendo cadere qualsiasi ombra sulle nostre opere pubbliche”, dice Bori che nell’atto chiede “se ci siano stati in passato contatti tra gli indagati ed esponenti della Giunta regionale e dei loro staff. Ci si chiede anche quali risvolti avranno le indagini sui lavori di ammodernamento delle gallerie umbre, infrastrutture di essenziale importanza per garantire la sicurezza dei cittadini e per i collegamenti del Paese”.
“L’inchiesta – dice Bori – ha portato ai domiciliari alcuni imprenditori, tra cui Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis anche lui indagato, e altri due dirigenti Anas, sospesi dai pubblici uffici per 12 mesi. La misura cautelativa è stata applicata anche a Fabio Pileri, narnese di origine e ora residente a Terni. Pileri è socio di minoranza, insieme a Verdini, della società Invert srl al centro dell’indagine. Secondo la ricostruzione dei magistrati, i funzionari Anas indagati avrebbero fornito informazioni riservate su procedure in corso di pubblicazione o svolgimento per favorire gli imprenditori segnalati dalla Invert srl. I consulenti Verdini e Pileri ne avrebbero tratto vantaggi in termini economici, attraverso incarichi fittizzi di consulenza o ricevendo soldi in contanti, e potere di influenza. Si apprende inoltre, da organi di stampa, che Fabio Pileri aveva aperto nel 2022 una società di consulenza “Pica Consulting” con il socio Andrea Carminati, figlio di Massimo Carminati, componente dei NAR, che affonda le radici nella banda della Magliana e noto per i rapporti con i boss della camorra romana”.
“Tra gli appalti attenzionati – continua Bori – ce ne sono quattro che riguardano lavori da milioni di euro per la manutenzione delle gallerie della nostra regione. Tanti i soldi e preoccupanti le intercettazioni lette, dove si parla palesemente di corruzione. In questo quadro la chiarezza appare quanto mai urgente, senza alcun fine strumentale, ma come diritto degli umbri”.