Hanno urlato tutto il loro dissenso i cittadini ternani oggi -11 ottobre- durante la manifestazione contro gli inceneritori, e contro il decreto sblocca italia. Tanta la rabbia dopo i risultati dei test a campione effettuati sulle uova della conca, dove sono stati riscontrati elevati livelli di diossina. Rabbia per la risposta dell’Asl Terni, che invece di accusare gli inceneritori per i preoccupanti risultati, ha puntato il dito contro gli stessi contadini, ritenendoli responabili dell’inquinamento alimentare dovuto, a parer loro, per la combustione di materiali di plastica (buste di plastica) nei pressi del pollame.
Il “Comitato No Inceneritore” non ci sta e punta i piedi, organizzando una manifestazione che oltre ad invocare la chiusura dei due inceneritori nel territorio, accusa Renzi e il suo ‘decreto sblocca Italia’ (in particolare l’art. 35) di favorire le aziende private di smaltimento rifiuti, dichiarando gli inceneritori “infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale”, permettendo il conferimento di rifiuti solidi urbani provenienti da altre Regioni per farli funzionare a pieno carico. Tradotto, gli inceneritori ternani molto presto potrebbero bruciare rifiuti provenienti da mezza Italia. L’aria che si respira potrebbe farsi piuttosto pesante (come se già non lo fosse). La proposta del Comitato è quella di chiudere gli inceneritori, senza se e senza ma, e di puntare tutto su uno smaltimento dei rifiuti eco-sostenibile, sulla tanto pubblicizzata raccolta differenziata, il cui risultato sarebbe vano con la presenza degli inceneritori, e sull’investimento in impianti di riciclaggio.
La contestazione ha ricevuto una buona risposta da parte dei cittadini ternani, che numerosi sono partiti dai pressi della stazione per attraversare tutto il centro di Terni, per concludere poi sotto la prefettura. A sostegno della manifestazione si è unita la “Concabbanda”, che con la sua musica ha accompagnato il corteo fino alla Provincia, e la Rete degli Studenti Medi, sempre molto attiva nelle iniziative sociali. Non poteva mancare il pensiero rivolto ai dipendenti Ast, in quel momento al presidio della fabbrica in Viale Brin. Dopo l’ultima tappa in prefettura, il corteo si è mosso a loro sostegno.
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