Categorie: Cronaca Terni

Inceneritore Terni, “Espresso” getta ombre su bilancio Acea / Mistero incentivi Gse

Un trafilo di “Espresso” getta strane ombre sul bilancio di Acea, la multiutility controllata dal comune di Roma, gestore dell’impianto inceneritore di  Terni.

Secondo il bilancio consolidato -si legge nell’articolo- nel primo semestre di quest’anno il gruppo ha incassato 1,5 milioni di euro di incentivi per l’inceneritore di Terni. E’ il frutto di certificati verdi, titoli rilasciati dal Gestore Nazionale dei servizi dei servizi energetici (Gse) in base all’energia prodotta da un impianto alimentato da fonti rinnovabili. In questo caso non si tratta di un parco fotovoltaico o di una centrale eolica, ma in Italia gli incentivi vanno anche a chi brucia i rifiuti. Già, funziona così. E l’impianto umbro ne può beneficiare, essendo stato sottoposto ad una ristrutturazione in chiave ecologica per la quale Acea ha investito 25 milioni di euro”.

Il problema -si può leggere-  è che il Gse non avrebbe dato al gruppo romano questi incentivi. Lo dice Federica Daga, onorevole del movimento 5 stelle, in una interrogazione rivolta il 10 dicembre al Ministero dello Sviluppo Economico. La deputata, insieme ad alcuni colleghi, sostiene di avere avuto accesso agli atti del Gse lo scorso ottobre, ma di non aver trovato prova della richiesta dei certificati verdi  da parte di Acea né, di conseguenza, della loro erogazione”.

Qualcosa evidentemente non torna. Il Comitato No inceneritori di Terni chiede chiarezza: “ Effettivamente nel  bilancio semestrale 2014 e anche nei precedenti dello scroso anno Acea resoconta di aver avuto delle difficoltà per tutto il 2013 e parte 2014 col Gse per determinare la parte biodegradabile del pulper e quindi l’ammontare dei certificati verdi corrispondenti e dice di aver concluso questa istruttoria.  Ma questa, se effettivamente avesse riscontro, è davvero una novità che va analizzata e soprattutto spiegata da parte di ARIA/ACEA. Insomma, è pur sempre una municipalizzata”.