L’assessore all’Ambiente del Comune di Terni, Emilio Giacchetti, ha inviato alla Regione una missiva per chiedere lumi sullo studio epidemiologico che avrebbe dovuto dare un quadro chiaro dell’incidenza della qualità ambientale della conca sui potenziali rischi per la salute di cittadini e lavoratori; il tema era stato particolarmente caldo in occasione del rilascio di nuovi permessi all’inceneritore Terni Biomassa per bruciare ulteriore quantità di rifiuti.
Nella lettera inviata da Giacchetti, avente per oggetto la delibera di giunta regionale 295/2017, indirizzata agli assessori regionali Luca Barberini e Fernanda Cecchini si legge: “trascorsi sei mesi dalla citata deliberazione non abbiamo ricevuto comunicazioni e notizie sullo stato di avanzamento del disposto studio epidemiologico”.
L’amministrazione comunale ha particolarmente a cuore lo studio epidemiologico perché il prossimo 24 ottobre è stata fissata dal Tar dell’Umbria la data per la il dibattito sul ricorso presentato dal Comune di Terni contro la stessa Regione per la concessione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) a Terni Biomassa del 23 marzo 2017.
La vicenda aveva scatenato un acceso dibattito politico, nell’ambito del quale la Governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini, aveva espresso il suo disappunto nei confronti del comportamento del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo: “se il sindaco decide per il ricorso – aveva tuonato la Marini – avrà i suoi motivi. Peraltro Comune e Provincia di Terni avrebbero potuto agire in maniera più incisiva già in passato, nella Conferenza dei servizi che li vedeva protagonisti”.
“La Regione, quindi, conclude di fatto – avevano dichiarato i vertici di Palazzo Spada sempre il 23 marzo 2017 – l’ter per il rilascio dell’Aia all’impianto di Maratta malgrado le posizioni assunte in merito alla concessione dell’autorizzazione espresse in varie sedi dall’Amministrazione, i dubbi sollevati dal punto di vista ambientale e da quello igienico e sanitario, i pareri negativi manifestati e la necessità ripetuta di giungere ad avere un sistema di valutazione epidemiologico valido e condiviso per le analisi degli impianti”.
Ecco il punto dello studio epidemiologico, considerato uno strumento cardine per cercare di comprendere quali possibili effetti negativi possa avere l’aumento dell’attività dell’inceneritore sulla salute dei cittadini ternani.
Sulla delicata questione è intervenuto anche il M5S, tramite il consigliere Thomas De Luca: “A gran voce evocato dal sindaco Di Girolamo in occasione del rilascio dell’autorizzazione all’inceneritore Terni biomassa, come unico strumento in grado di ribaltare il tavolo, lo studio ad oggi non sembra nemmeno essere in cantiere. Ci chiediamo – continua De Luca – con quale credibilità il comune possa presentarsi al TAR per dibattere il ricorso presentato, avanzando le proprie ragioni in merito ad un’indagine che a distanza di anni non è ancora partita.Terni con i suoi 130 anni di storia industriale non ha ancora uno studio scientifico pubblicato che accerti gli effetti dell’esposizione agli inquinanti sulla salute di residenti e lavoratori. Una vergogna nazionale che avrebbe bisogno di misure commissariali da parte del Ministero, come più volte abbiamo richiesto, ma che invece continua ad essere coperta da una coltre di becero negazionismo”.