Inceneritore di Terni: continua la protesta. A ottobre la manifestazione - Tuttoggi.info

Inceneritore di Terni: continua la protesta. A ottobre la manifestazione

Redazione

Inceneritore di Terni: continua la protesta. A ottobre la manifestazione

Mer, 10/10/2012 - 12:20

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Riccardo Foglietta

Continua la lotta cotro la riattivazione dell'inceneritore a Terni, che troverà il momento più rappresentativo nella manifestazione organizzata in città dal comitato “No inceneritori”. Nel frattempo continua la campagna informativa alla cittadinanza con dibattiti sulle problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti, come quello che si è svolto sabato scorso, presso il bar Fat del C.A.O.S. (Centro Art Opificio Siri). L'’assemblea pubblica è stata organizzata dal Comitato No Inceneritori Terni finalizzata al dibattito inerente il tema dell’incenerimento dei rifiuti. A tale incontro, che ha rappresentato il primo di tre appuntamenti culminanti con la manifestazione cittadina prevista per il ventisette ottobre (è in programma, infatti, una seconda assemblea pubblica che si terrà il diciassette ottobre), erano presenti in qualità di ospiti e di relatori Andrea Palladino, giornalista che nel corso della sua carriera ha seguito da vicino le vicende legate all’operato di Acea nel Lazio e autore del libro “Trafficanti. Sulle piste di veleni, armi, rifiuti”, e Marino Ruzzenenti, autore del testo “L’Italia sotto i rifiuti” e testimone dell’esperienza dell’incenerimento a Brescia. A coordinare fra loro gli interventi dei due esperti e le domande del pubblico era presente Fabio Neri, membro del Comitato No Inceneritori Terni, che ha introdotto il dibattito con le seguenti parole: “A novembre è previsto che l’inceneritore Terni ENA riprenda a bruciare e nello specifico verrà bruciato il pulper, ovvero lo scarto di cartiera che contiene al suo interno plastiche, vernici, collanti e metalli, elementi inquinanti e nocivi per la salute. Anche se il piano d’ambito, formalmente, si impegna a non bruciare rifiuti per tre anni è evidente che comunque tale piano è incentrato sull’incenerimento e sulla discarica. Al suo interno, infatti, non si fa minimamente accenno a possibili politiche attive per ridurre il volume dei rifiuti; non è casuale – ha continuato Neri – che Terni ENA, ora ARIA s.p.a., attualmente ricavi il profitto maggiore dai cosiddetti certificati verdi, che fanno passare l’incenerimento dei rifiuti per produzione di energia da fonti rinnovabili. L’iniziativa del ventisette ottobre, quindi, sarà l’opportunità per dare un segnale molto forte di opposizione popolare alla riaccensione dell’inceneritore.” Ha poi preso la parola Marino Ruzzenenti, che ha raccontato e descritto la situazione dell’incenerimento a Brescia: “Il modello di Brescia è stato inventato circa venti anni fa dal presidente del comitato scientifico di Legambiente dell’epoca e per vararlo si sono mosse sia la politica, che importanti aziende, che l’Università. È interessante notare che, proprio in quel periodo di tempo, la Germania abbandonava progressivamente l’incenerimento per concentrarsi su raccolta differenziata e riciclo. Inizialmente venne detto alla cittadinanza che si sarebbe puntato sul riciclo e che l’inceneritore sarebbe stato usato solo per ciò che non era riciclabile; in seguito, però, ci siamo ritrovati a dover smaltire molte più tonnellate di rifiuti di quanto prospettato ottenendo come risultati di questo meccanismo, fra i vari, un ampio superamento dei limiti consentiti di PM10 nell’aria per ben trentacinque giorni e la presenza della diossina nel latte. Come è possibile – ha proseguito Ruzzenenti – che il volume di rifiuti da smaltire in una città aumenti costantemente pur proseguendo, da parte delle famiglie, la raccolta differenziata? È facile, basta assorbire i rifiuti provenienti dalle attività commerciali e da fuori città. Questo meccanismo cela la speculazione perpetrata da alcuni soggetti in virtù degli ingenti finanziamenti, tramite denaro pubblico, di cui gode in Italia questo modo di trattare i rifiuti.” Andrea Palladino ha, invece, esposto alcuni risultati del suo lavoro d’inchiesta fatto negli anni di professione giornalistica: “Non è un caso se l’Italia è l’unico Paese in Europa ad avere, da1996 circa, una Commissione parlamentare d’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti. Dietro la sua gestione, infatti, non c’è un mondo economico “normale”; basti considerare che il “tesoro” accumulato da Vito Ciancimino doveva essere investito proprio in questo business. Chi specula in questo modo sulla nostra salute sa di gestire qualcosa di strettamente connesso con il nostro quotidiano, qualcosa di essenziale, ed è strettamente connesso con il “potere”. Si tenga conto del fatto – ha concluso Palladino – che quando parliamo di Acea parliamo anche di Francesco Gaetano Caltagirone, imprenditore con partecipazioni nella suddetta Società e che controlla direttamente un organo d’informazione importante come Il Messaggero.”

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