“Il 13 novembre c’è stata la conferenza dei servizi decisoria per la richiesta di Acea di bruciare a Terni i rifiuti urbani, rifiuti che potranno venire da qualunque città italiana, magari da Roma, o dalla nostra stessa Umbria, o chissà” – è quanto si legge in una nota del “Comitato No Inceneritori di Terni” che chiede alla nuova giunta regionale della Tesei di monitorare da vicino l’iter amministrativo-burocratico riguarda eventuali nuove richieste di Acea, che dovrebbe concludersi entro la fine del mese.
Le preoccupazioni del Comitato convergono sul piano dei rifiuti scaduto, datato al 2009, “con un avanzamento importante nella raccolta differenziata e volumi crescenti di rifiuti residui recuperati e quindi non più conferiti in discarica, obbligata ad avere sul proprio territorio un inceneritore che brucerà rifiuti urbani fuori dalla stessa programmazione regionale”.
Acea ha chiesto l’autorizzazione a bruciare 30mila tonnellate di rifiuti all’anno e nei prossimi giorni si attende l’esito del Via (Valutazione Impatto Ambientale) e dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) in relazione alla richiesta da parte di Acea che riguarda la possibile “estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico”. Il rischio – secondo si legge nella nota del Comitato – è che Acea potrebbe “sostituire l’attuale combustibile, il pulper di cartiera, con i rifiuti urbani”.
“La nuova Giunta che verrà nei prossimi giorni sarà dunque quella che avrà pieni poteri decisionali. A loro sta la decisione – conclude la nota – se agire in continuità col passato oppure invertire la rotta. Ma anche il Sindaco dovrà prendere una posizione netta. Il suo predecessore è passato alla storia per aver preso in giro una intera città esprimendo un parere negativo che non aveva alcun valore guiridico. Latini cosa farà?”.