Incendio Biondi, il Comune non aspetterà la giustizia. Anche perché le opposizioni premono: reclamano l’Osservatorio dei rifiuti ancora inattivo, mentre il Pd chiama in causa possibili infiltrazioni mafiose.
In Consiglio comunale il sindaco Romizi ha relazionato sull’incendio avvenuto domenica pomeriggio. Il terzo incendio in quattro anni nell’azienda, il secondo dopo quello, disastroso, di 15 mesi fa, sempre di domenica.
Il sindaco ha spiegato che i tecnici di Arpa Umbria hanno prontamente avviato tutte le procedure di monitoraggio dell’aria e delle possibili ricadute in termini ambientali causate dal rogo. È stata trasferita la centralina mobile da Trevi, dove si trovava per le indagini relative all’incendio alle cartiere, per effettuare il campionamento dei microinquinanti. Sul sito dell’Agenzia sono già consultabili i dati elaborati dalle centraline della rete di monitoraggio della qualità dell’aria.
Le due centraline più vicine al luogo dell’incendio (Perugia – Ponte San Giovanni e Torgiano – Brufa), non riscontrano anomalie dei valori di PM10, cosa accaduta invece con l’incendio, sempre alla Biondi recuperi, del 2019. Arpa Umbria, in queste ore, sta proseguendo il lavoro di analisi e di indagine.
I tecnici dell’Agenzia stanno sviluppando anche un modello di simulazione della dispersione degli inquinanti che permetterà, di concerto con USL1, di individuare le aree dove avviare una campagna di campionamento delle varie matrici ambientali, tra cui quelle alimentari.
Anche i tecnici dei Servizi del Dipartimento di Prevenzione della Azienda Usl Umbria 1 sono rapidamente intervenuti sul posto, operando in sinergia con gli altri enti, in particolare Arpa e Comune e, come detto, stanno procedendo alla programmazione e alla attuazione del necessario protocollo di campionamento delle matrici alimentari vegetali e di origine animale.
“L’Amministrazione – ha precisato ancora Romizi – resta in attesa degli ulteriori dati rilevati dai tecnici di Arpa e Usl1, sulla base dei quali saranno assunti i conseguenti provvedimenti, dei quali sarà data ampia divulgazione attraverso tutti i canali istituzionali”.
“Con assoluta fiducia – ha concluso il sindaco – ci affidiamo all’autorità giudiziaria, ma in collaborazione con gli altri enti si valuteranno una serie di misure non solo rispetto ai possibili danni ma anche sulla possibilità di proporre misure più drastiche, perché non è ammissibile che simili episodi si ripetano con tale frequenza. Deve esserci una valutazione molto attenta sulla capacità di gestione dell’impianto. Nei mesi scorsi l’azienda aveva presentato un nuovo piano per l’emergenza, ma i fatti di domenica hanno messo in evidenza come esso non sia evidentemente congruo. A tal proposito ci siamo attivati anche per chiedere all’autorità competente, la Regione, eventuali diffide affinché si adottino tutte le misure complementari appropriate. Dobbiamo -ha concluso Romizi- a quell’area della città tanto delicata e stanca, anche per valutazioni urbanistiche passate non più attuali, risposte trasparenti e chiare. Ribadisco l’impegno diretto dell’amministrazione e la volontà di stare tutti dall’unica parte possibile”.
Una sollecitazione al sindaco a proseguire nell’aggiornare il consiglio comunale con i nuovi dati è arrivata dalle consigliere Morbello e Ranfa. Quest’ultima ha anche proposto l’attivazione di un tavolo permanente degli enti preposti affinché la situazione venga affrontato in maniera seria e definitiva.
“La preoccupazione è alta in città – ha detto Ranfa – e chiediamo maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale, anche attivando tutti quegli strumenti che ha a disposizione per vigilare su questi fenomeni, come l’Osservatorio sui rifiuti che ancora è inattivo”.
Critica la capogruppo Pd Bistocchi che ha richiamato il sindaco a fare le dovute verifiche.
Il Pd chiama in causa possibili infiltrazioni mafiose in materia di rifiuti: “Qualunque saranno le cause accertate dell’incendio, in un’area in cui le centraline Arpa segnalano come la più a rischio del territorio comunale, si tratta in ogni caso di un campanello d’allarme che richiede la massima attenzione e non deve essere sottovalutato. Rifiuti e incendi sono un binomio tristemente noto nel nostro Paese, un binomio, definito ‘reato sentinella’, che richiede la massima ed assoluta attenzione, e che deve essere oggetto di un’attenta programmazione in termini di prevenzione e controllo. Un binomio al quale, evidentemente, la nostra città e la nostra regione non sono estranei, e che, a maggior ragione, occorre contrastare con tutti i mezzi possibili, se necessario rendendo ancora più pressante la frequenza dei controlli e riducendo la capacità massima dei rifiuti conservati nel sito”.
Il Pd prosegue: “C’è un tema, che la Giunta Romizi non può più sottacere, quello delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali e delle ecomafie interessate al ciclo dei rifiuti. Ecco perché eventi come questi sono non solo pericolosi e tossici, ma anche sospetti. Se non avremo il coraggio di dire questo, non avremo fatto nulla. Il Partito Democratico ha sempre profuso il suo impegno nelle tematiche ambientali, ma anche nella lotta alle infiltrazioni mafiose, con la richiesta, da ultimo, di un Consiglio aperto sulla presenza di infiltrazioni mafiose nel nostro territorio”.