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Incendi a Terni: una proposta dal Movimento 5 Stelle

Movimento 5 Stelle Terni

Secondo il Dipartimento dei VV.FF. fino al 18 agosto 2012 sono stati distrutti dalle fiamme 522 ettari di superficie boscata (26 nel 2011) e 715 di superficie non boscata, roghi che hanno impiegato quotidianamente 32 Vigili del fuoco con 11 mezzi. Ai loro sforzi vanno aggiunti i costi per l'utilizzo dei mezzi aerei che, ricordiamolo, per un'ora di volo di un canadair prevedono un importo di circa 2.500 euro (anche se secondo il vice presidente della Provincia di Cosenza, Domenico Bevacqua del PD il costo di un ora di volo è di 8.000/10.000 euro !) Come se non bastasse, nei prossimi mesi dovremo aggiungere i costi per la messa in sicurezza delle rupi che, senza vegetazione, sono fortemente esposte al dissesto idrogeologico e i costi di rimboschimento, costi che lievitano nei tratti montuosi vista l'impossibilità di usare mezzi meccanici (scavatori, ruspe, trattori). Quello che più di tutto preoccupa è il prezzo ambientale altissimo che andremo a pagare anche in materia di qualità dell'aria, visto che i ternani respirano quotidianamente quella peggiore dell'Umbria: permettere che i nostri monti vadano in fumo è un lusso che non possiamo permetterci ed è per questo che facciamo nostra la proposta di Beppe Grillo (un comico) e la rigiriamo alle istituzioni invitandole a prenderla in considerazione. La proposta parte dalla constatazione che l'Italia brucia e più brucia più sono necessari braccia e mezzi per spegnere i fuochi. Migliaia di forestali stagionali vengono impiegati ogni anno sul territorio. Allora perché non provare ad invertire l'ordine dei fattori? Impiegare lo stesso numero di forestali perché NON avvengano gli incendi destinandoli alla bonifica dei boschi abbandonati. Pagarli per un lavoro di prevenzione e di valorizzazione e non per le emergenze premiandoli se i roghi diminuiscono. Rovesciare il meccanismo di causa effetto: chi spegne l'incendio, senza incendio non lavora; chi bonifica il terreno boschivo, invece, può vivere grazie alla mancanza di incendi. Questa politica di prevenzione a nostro avviso andrebbe unita al “metodo Perna”, metodo che prevede l'introduzione dei cosiddetti “contratti di responsabilità” a fini anti-incendio. Attraverso questi contratti, le associazioni di volontariato (spesso formate da giovani disoccupati) che partecipano ad appositi bandi, ricevono un rimborso spese ed altri emolumenti economici in maniera inversamente proporzionale alla superficie incendiata nelle aree a loro assegnate: insomma, meno fuoco c'è, più si guadagna! In Calabria, ad esempio, il sistema è costato circa 200 mila euro a stagione per tutelare un’area di 80.000 ettari. In Aspromonte sono stati siglati accordi tra l’Ente Parco e alcune associazioni che hanno sottoposto il territorio del Parco ad una continua vigilanza e manutenzione in cambio di un semplice rimborso spese, che poteva essere ridotto del 50 per cento in caso gli incendi avessero superato lo 0,4% della superficie avuta in affidamento. Con questa politica, nel periodo 1999-2005, gli incendi sono stati ridotti del 90%. Sistema troppo poco costoso per adottarlo anche in Umbria? Forse sì o forse si preferisce spendere molto a posteriori piuttosto che adottare l'unica scelta logica nella lotta agli incendi: lavorare per prevenirli.