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Inaugurato oggi l'anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico regionale Umbro

Oggi, giovedì 28 febbraio è stato inaugurato, a Perugia, l’Anno giudiziario 2013 del Tribunale ecclesiastico regionale umbro (Teru) con la concelebrazione eucaristica nella cattedrale di San Lorenzo presieduta da mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) e moderatore del Teru e con la conferenza inaugurale tenuta nella Sala del Dottorato delle Logge della cattedrale.
Nel suo saluto iniziale (consultabile integralmente nel sito www.chiesainumbria.it) mons. Bassetti ha rinnovato l’apprezzamento e la stima per il lavoro svolto del Teru «nella continua ricerca del vero Bene in spirito di carità e con fiducia piena nella Divina Provvidenza che nulla fa mancare a coloro che cercano anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia». Il Presule ha subito voluto chiarire il ruolo del Teru nella Chiesa: «La giustizia ecclesiastica – ha detto – non si limita ad esaminare e trattare i casi di nullità matrimoniale, applicando la legge processuale, ma il suo compito specifico è educare alla giustizia nella carità, dando indizi preziosi dei problemi del matrimonio. La Giustizia nella Comunità Ecclesiastica è il primo ed indispensabile gradino della Carità».
Poi, mons. Bassetti è entrato nel vivo della questione evidenziando come «purtroppo oggi il matrimonio “classico”, questa basilare e indispensabile realtà, è minata dal relativismo, dalle libere unioni di convivenza (more uxorio), dalle unioni omosessuali, che in tutto il mondo vengono riconosciute, come un “diritto” alla libertà. Di conseguenza l’unione matrimoniale è strumentalizzata, piegata e usata al proprio uso e consumo, con la falsa maschera di una libertà di espressione. L’unica soluzione valida ai problemi è il ritorno alle origini, al primato di Dio Creatore e al rispetto della Sua volontà. Il Concilio – ha proseguito mons. Bassetti – ha diverse volte affrontato l’argomento del secolarismo, dell’ateismo pratico e la crisi dei valori umani e il pluralismo socio-culturale e quello religioso, con le masse di emigranti, hanno portato nella nostra società una falsa idea di “tolleranza” di tutto ciò che è diverso, senza capire e proporre i propri valori certi. Di fronte a tali considerazioni, la Chiesa rimane l’unica a difendere il vero significato e valore del matrimonio, insegnando la verità voluta dal Creatore».
«La Chiesa – ha continuato l’Arcivescovo di Perugia – difende il diritto al matrimonio, e ricorda che il soggetto contraente è libero di sposarsi in chiesa, ma non di modificare la natura stessa del matrimonio cristiano; il contraente matrimoniale non è libero di disporre arbitrariamente dell’oggetto di quel consenso, secondo i suoi “gusti” o desideri. Se l’uomo nell’atto della celebrazione del matrimonio intende escludere un bene o una proprietà essenziali modificando ciò che appartiene essenzialmente, per volontà divina, ad esso, vizia profondamente il suo consenso e non crea un vincolo matrimoniale, in quanto si porta – ha concluso il Presidente della Ceu – su un oggetto che per natura sua matrimonio non è».
Il Vicario giudiziale padre Krzysztof Pawlik, OFM Cap., nella sua relazione, ha riferito sull’attività svolta dal Teru nel 2012 e sull’importanza della fede nel consenso matrimoniale e la sua incidenza sulla validità del vincolo. Ha voluto anche far conoscere l’organigramma del Teru: oltre a lui, c’è il Vicario giudiziale aggiunto, mons. Vittorio Peri, dieci Giudici (tre dei quali Giudici istruttori), undici Difensori del Vincolo (tra cui il Promotore di Giustizia), due Patroni Stabili, tredici Periti, i membri della Cancelleria, quattro Notai e coloro che prestano servizio nell’ambito del Tribunale. «Ringrazio il Signore – ha detto padre Pawlik – per avermi affiancato collaboratori mossi da vero zelo pastorale, consapevoli che il servizio che rendono nello stretto ambito del diritto e della giustizia ha come valenza primaria e finale il bene delle anime».
Poi, il Vicario giudiziale ha illustrato l’attività svolta dal Teru, competente per le cause di nullità matrimoniale per le Arcidiocesi e le Diocesi in Umbria «tutto allo scopo – ha ribadito – di offrire ai responsabili pastorali e a tutti coloro che hanno a cuore la famiglia, motivi di riflessione in ordine agli orientamenti concreti da assumere». Nel 2012 sono state introdotte 96 cause, 11 in più rispetto al 2011 (ne furono introdotte, infatti, 85, ndr). Le cause pendenti alla fine del 2012 sono 103, sei in più rispetto al 2011. Nel corso dell’anno 2012 sono state trattate ben 192 cause di nullità. Le cause di nullità espletate sono state 89, di cui 76 chiuse con sentenza affermativa, 8 con sentenza negativa e 5 rinunciate. Le motivazioni principali per cui sono stati giudicati i matrimoni sono: “esclusione del matrimonio”, “esclusione di indissolubilità”, “esclusione della prole”, “esclusione della fedeltà”, “incapacità”, “dolo”, “vincolo da precedente matrimonio”. L’operatività del Teru traspare anche dai dati sulla durata del processo di prima istanza: 4 cause meno di sei mesi; 39 cause da sei mesi ad un anno; 33 da un anno ad un anno e mezzo; 10 da un anno e mezzo a due anni; 3 oltre due anni.
L’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Teru si è conclusa con la prolusione del vescovo Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana, sull’importante e attuale tema “L'appelatio iudicialis alla Rota Romana: sua giurisprudenza e attività come servizio al carisma petrino”. L’argomento trattato dal Presule è molto interessante e particolarmente utile nell’attività giudiziaria dei Tribunali Ecclesiastici. La giurisprudenza della Rota Romana, infatti, costituisce il fermo punto di riferimento nell’interpretazione e migliore comprensione della legge canonica sostanziale e contribuisce attivamente allo sviluppo della dottrina canonistica. Inoltre, l’applicazione dei principi astratti, l’applicazione della norma della Chiesa ai casi concreti, in continua evoluzione, aiuta concretamente i tribunali locali nell’attuazione della giustizia.