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Inaugurato a Bevagna il luogo della memoria partigiana in memoria di Martino Lepri

Il flusso della memoria si è mescolato a quello delle emozioni, intense, che hanno accompagnato dall'inizio alla fine la toccante cerimonia di inaugurazione del “Luogo della Memoria Partigiana” di Fosso Cerreto Piano. Un bosco bellissimo sulle colline che circondano Bevagna, percorso da un piccolo torrente dove ora, per volontà della locale Sezione A.N.P.I. è stato “piantato”, domenica 22, un albero speciale. È “l'albero della democrazia e della libertà”, suggestiva scultura in ferro realizzata e donata da un gruppo di fabbri forgiatori umbri (Girolamo Barbini, Filippo Trabalza, Gaetano Vassallo, Daniele Mattioli, Leonardo Cozzi, Gabrio Grilli, Alberto Alunni, Marcello Aristei, Paolo Filippo Balestra, Tonino Dominici), dedicata al partigiano bevanate Martino Lepri, tra i fondatori della “Banda dei Patrioti di Bevagna” e qui ucciso a tradimento, non ancora trentenne, proprio il 22 aprile 1944. Un'opera che nelle intenzioni dell'Associazione vuol ricordare quanti, qui o altrove, diedero la vita contro la dittatura nazifascista.

Una bellissima iniziativa in cui l'A.N.P.I. bevanate, presieduta da Franco Palini, ha coinvolto il Comune di Bevagna, l'A.N.P.I. Provinciale, la Pro Loco Torre del Colle, la Comunità Montana del Subasio, Monti Martani e Serano. Partecipatissima già dalle prime ore del mattino, la manifestazione è iniziato dal cuore della cittadina dove ha preso avvio una passeggiata verso quel “luogo della memoria” in cui valori, gli ideali, i sacrifici della lotta partigiana si sono fatti ricordo, riflessione e proiezione sul futuro. Destinazione Fosso Cerreto Piano. Qui il taglio del nastro, la bandiera tolta a svelare il cippo che reca la frase di Pietro Calamandrei ispiratrice del progetto “Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità … lì è nata la nostra Costituzione”, e “l'albero della democrazia”, memoria del sacrificio di quanti qui si rifugiarono tra rovi e pietre lottando per la libertà.

Una cerimonia semplice, modulata sulle note di Bella Ciao cantata in coro, dall'Inno Italiano “suonato” da un altoparlante, un po' gracchiante, montato su una macchina – “qui, ha detto Franco Palini, non abbiamo elettricità!” E forse è stata propria la spontaneità di un omaggio profondo e sincero, ma anche molto ben organizzato, a rendere di grande suggestione un evento che ha visto la presenza di tantissime autorità. A cominciare dal sindaco di Bevagna Analita Polticchia il cui Comune ha tra l'altro patrocinato l'iniziativa e il vicesindaco Mirco Ronci. “Durante questa passeggiata – ha dichiarato il sindaco – molti sono stati i momenti di confronto e riflessione. Questo luogo è simbolo di conquiste e valori che non bisogna mai dare per scontati. La memoria deve esserci guida tutti i giorni”.

Parole a cui si sono poi aggiunte quelle dall'assessore provinciale Donatella Porzi, che ha voluto sottolineare l'importanza di restituire alla memoria fatti e personaggi che hanno costruito il nostro presente, e passarli alle nuove generazioni. Sempre dalla provincia gli assessori Feligioni e Della Vecchia. Non sono mancate anche le proposte, operative, come quella dell'assessore regionale Stefano Vinti portatore della necessità di una legge regionale dedicata ai luoghi della memoria. Fino al ricordo, commosso e vivo di Francesco Innamorati, presidente provinciale A.N.P.I., tra i protagonisti della Resistenza umbra. “Lo scopo della nostra Associazione è sì quello di tenere viva la memoria. Ma nostro compito è anche difendere e attuare i principi della costituzione e vigilare politicamente in questa situazione difficile”.

E nella festa tante pure le bandiere, della pace, italiane, delle sezioni A.N.P.I. dell'Umbria, accanto a quelle dell'Aned e dell'Arci. “Quando abbiamo fondato la nostra sezione nel 2007 – ha ricordato Franco Palini – l'abbiamo intitolata a Martino Lepri e ad un altro eroico partigiano, Balbo Morlupo. Loro sono per noi simbolo di tutti gli altri partigiani bevanati rimasti uccisi nella guerra di liberazione, militari, civili e religiosi. Subito dopo nacque in noi un desiderio, realizzare qualcosa sulla memoria partigiana. Oggi siamo qui, il progetto è avviato e proseguirà grazie al contributo di molti, augurandoci che già domani questo luogo diventi meta di visitatori e gruppi scolastici”. E i bambini già c'erano, con i nonni e i genitori, così come non sono mancati i figli di Martino Lepri, Giulio e Maria Teresa, e il nipote, Girolamo Barbini che ha coordinato il gruppo dei fabbri scultori.

Così l'albero della libertà e della democrazia è lì a raccontare la sua storia, e questo luogo si aggiungerà al percorso dei luoghi della memoria partigiana di cui si parla nel volume Quando saltarono i ponti. Bevagna 1943-1944, opera della prof.ssa Luciana Brunelli pubblicato nel 2004 dal Comune di Bevagna. Intervenuta all'inaugurazione con un excursus storico sui luoghi della locale lotta partigiana, ne ha evidenziato le potenzialità di percorso storico, artistico, paesaggistico. E civile. “Diciamo ai giovani – ha concluso – che allora vivevano grandi speranze. Questi luoghi potranno dare loro nuova fiducia nel futuro”.