È stata ufficialmente inaugurata sabato pomeriggio, negli spazi del Centro Italiano d’Arte Contemporanea (via del Campanile 13, Foligno), una personale di Gabriele Basilico, tra i più noti fotografi documentaristi europei. La personale, sviluppata in tre sezioni, articola tre “ritratti” di città: “Milano ritratti di fabbriche 1978-80”, “Mosca Verticale 2007-2008” e “Istanbul 05.010”. Alla cerimonia d’apertura, avvenuta alla presenza dello stesso fotografo c’erano, tra gli altri, Elisabetta Piccolotti, assessore alla cultura del comune di Foligno, Denio D’Ingecco, presidente della Cassa di Risparmio di Foligno, Alberto Cianetti, presidente della Fondazione CaRiFo, Italo Tomassoni, vicepresidente della Fondazione CaRiFo e critico d’arte e Giuseppe Metelli, presidente di Confindustria Foligno.
Una presentazione diversa dalle altre quella della personale di Basilico, che non ha visto la solita successione di interventi di personalità legate agli enti e alle istituzioni del territorio, ma che ha lasciato al fotografo la facoltà di parlare da solo della sua mostra. “La mia è una fotografia dell’istante decisivo” ha affermato il fotografo “che nel ’68 si è quasi sposata con la dinamica. L’idea era quella dell’impegno sociale della fotografia, dare luce alle aree dismesse per capire quei luoghi, cogliendo e cercando di restituire qualcosa di autentico e forte, a prescindere dalla presenza umana. Mi piaceva l’idea di fotografare le città secondo la loro natura industriale e quel lavoro è diventato un libro e una mostra. Qui c’è l’inizio, a Milano, e la fine, a Istanbul. Istanbul l’avevo vista per la prima volta nel 1970 in un viaggio in macchina: prima erano 2 milioni di abitanti, ora 16. Un fenomeno urbano non fotografabile, per questo ho cercato un punto di vista diverso: dovevo decidere cosa fotografare in una città molto grande come Istanbul. La frammentarietà ha la sua strategia. È un ritratto metafisico, la memoria di una città che ha la sua identità e che, come una persona, è un organismo vivente, racconta: l’abito fa il monaco, non il contrario. Osservando il corpo delle città cerco di capire la loro storia, dunque il mio è il lavoro di un detective che indaga. A volte è un ritratto fisiognomico e in generale racconto un pezzo di città. Lentamente ho preso poi le distanze dalle fotografie perfette: preferisco siano buone. La perfezione è amatoriale e ruba spazio ad altre cose. Privilegio dunque un buon livello ma non eccelso e seguo un po’ anche l’istinto”. Come diceva Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea: quale sarà la prossima città? “Chissà, anche Foligno…” ha replicato Basilico.
Questo il dettaglio dei tre “ritratti” di città:
“Milano ritratti di fabbriche 1978-80”: 40 fotografie in bianconero formato 60×90 cm., tratte dall’indagine fotografica sull’architettura industriale milanese, realizzata alla fine degli anni ’70.
“Mosca Verticale 2007-2008”: 15 fotografie (di cui 8 a colori e 7 in bianconero) formato 100×130 cm. e 20 fotografie a colori formato 80×100 cm. Le immagini spettacolari, realizzate riprendendo la città dalla sommità delle 7 Torri di Stalin, grattacieli costruiti tra gli anni ’40 e ’50, descrivono le recenti metamorfosi del paesaggio urbano di Mosca, consentendo una sorta di “immersione” nella città.
“Istanbul 05.010”: 30 fotografie di formati diversi, in bianconero e a colori, che mostrano le complesse trasformazioni urbane della metropoli turca, documentate da Gabriele Basilico durante due campagne realizzate rispettivamente nel 2005, su invito della IX Biennale Internazionale di Istanbul, e nel 2010, in occasione di Istanbul Capitale Europea della Cultura.
Gabriele Basilico, uno dei maestri della fotografia contemporanea, è nato a Milano nel 1944. Architetto di formazione, dalla fine degli anni ’70 si è dedicato completamente all’attività di fotografo, concentrando il suo sguardo sul paesaggio urbano.
Fino ad oggi Gabriele Basilico ha prodotto e partecipato a numerosissimi progetti in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri, tra i quali “Bord de mer” (1990), “Porti di mare” (1990), “Beirut” (1991), “L’esperienza dei luoghi” (1994), “Sezioni del paesaggio Italiano” (1998), “Interrupted City” (1999), “Cityscapes” (1999), “Scattered City” (2005), “Intercity” (2007) “Silicon Valley” (2007), “Roma” (2007).
Da sempre Basilico intreccia la sua instancabile indagine sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, e riflessioni presentate anche attraverso scritti, video e documenti.
L’esposizione è accompagnata da tre libri/ cataloghi:
Gabriele Basilico Milano ritratti di fabbriche, Federico Motta Editore, Milano 2009. Testi di Stefano Boeri e Roberta Valtorta.
Gabriele Basilico Mosca verticale, Federico Motta Editore, Milano 2008. Testi di Gabriel Bauret, Christian Caujolle, Alessandro De Magistris, Umberto Zanetti.
Gabriele Basilico Istanbul 05 010, Corraini Edizioni, Mantova 2010. Testi di marco Doninelli e Camillo Fornasieri.
La mostra sarà visitabile gratuitamente fino a lunedì 31 gennaio 2011.
(Elisa Panetto)