Ubicata presso l’ex Casa della salute è la prima delle 23 Case previste dal nuovo Piano sanitario regionale 2022-2026 della Regione Umbria
Inaugurata a Città della Pieve la prima delle ventitre Case della Comunità previste dal nuovo Piano sanitario regionale 2022-2026 della Regione Umbria.
La cerimonia, molto partecipata, si è tenuta giovedì 5 gennaio, in via Beato Giacomo Villa (sede dell’ex Casa della salute), alla presenza della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei; del direttore Regionale Salute e Welfare della Regione Umbria, Massimo D’Angelo; del direttore generale Usl Umbria 1, Massimo Braganti; del direttore del Distretto Trasimeno Usl Umbria 1, Emilio Paolo Abbritti; del sindaco del Comune di Città della Pieve, Fausto Risini; e del presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, Matteo Burico.
Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria: “Inauguriamo oggi un tassello della sanità pubblica regionale, sanità che stiamo ridisegnando e che a Città delle Pieve prevede, secondo il piano dei fabbisogni che abbiamo deliberato a fine anno, un ospedale per sopperire al disagio della posizione territoriale così come, con una sperimentazione gestionale, avverrà per la struttura ospedaliera di Castiglione del Lago. La sanità regionale ha affrontato negli ultimi anni una sfida straordinaria come quella del Covid, partendo anche da una situazione deficitaria sotto numerosi punti di vista, tra cui il numero di terapie intensive. Oggi con questa inaugurazione iniziamo nel concreto una riorganizzazione che riguarda l’intera regione e che nasce dalla continua interlocuzione con le istituzioni locali e tutto il territorio. Lo scopo è quello di dare le migliori risposte possibili ai bisogno di salute della popolazione. Risposte che nell’immediato e nell’emergenza devono essere fornite nelle strutture più vicine, per poi, se c’è ne è bisogno e rispondono al criterio dì appropriatezza, essere indirizzati verso le strutture specializzate dell’intera rete regionale umbra, rete che deve lavorare in maniera integrata”.
Massimo D’Angelo, direttore Regionale Salute e Welfare della Regione Umbria: “La Casa della Comunità è la casa di tutti noi e possiamo parlare di salute solo se lo facciamo stando vicino ai cittadini, soprattutto per coloro che soffrono di patologie croniche. In Umbria l’aspettativa di vita è la più alta d’Italia e dobbiamo pensare che il paziente sia al centro del sistema. Quindi, dobbiamo gestire le patologie croniche nel modo migliore e per farlo dobbiamo lavorare verso un polo unico. Parlare di salute come sistema integrato attraverso scelte che consentano di gestire in un modo unico il sistema salute”.
Massimo Braganti, direttore generale Usl Umbria 1: “La Casa della Comunità di Città della Pieve sarà utilizzata come laboratorio, il cui modello sarà da estendere su tutta l’Azienda sanitaria. Sarà la base di partenza per questa nuova programmazione grazie alla collaborazione dei professionisti e del personale sanitario coinvolto. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i lavoratori dell’Usl Umbria 1 per il lavoro che svolgono ogni giorno con passione, professionalità e dedizione”.
Emilio Paolo Abbritti, direttore del Distretto del Trasimeno Usl Umbria 1: “All’interno della Casa della Comunità di Città della Pieve viene sviluppato un nuovo modello di presa in carico della salute dei cittadini. Modello che si basa sulla medicina d’iniziativa e sull’integrazione tra aspetti sanitari e sociali, in modo da fornire risposte appropriate ai bisogni di salute di tutti i cittadini. In quest’ottica, è fondamentale il processo già in atto di integrazione tra i servizi sociali del Comune, mondo sanitario ed associazioni di volontariato, in modo tale da fornire gli strumenti in una gestione integrata dei bisogni di tutti i cittadini. All’interno dell’organizzazione dell’assistenza territoriale avranno un ruolo fondamentale, oltre ai medici di medicina generale e pediatri, anche gli infermieri di famiglia e di comunità, per quanto riguarda gli aspetti di salute, per garantire una sanità di prossimità sempre più verso la gestione domiciliare dei pazienti cronici”.
Fausto Risini, sindaco del Comune di Città della Pieve: “La Casa della Comunità è una struttura che raccoglie tutti i servizi sanitari e in parte associazionistici del nostro territorio ed è un modo per far sì che la medicina generale, gli specialisti e i servizi Usl possano avvicinarsi ai cittadini, integrarsi e collaborare per una migliore presa in carico degli stessi. La pandemia ci ha insegnato molto sull’importanza dell’assistenza territoriale per evitare che tutta la pressione si scarichi sull’ospedale di Perugia ed il nuovo modello organizzativo ha esattamente questo orientamento”.
Matteo Burico, presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno: “Il potenziamento della rete socio sanitaria del Trasimeno é fondamentale per assicurare la prevenzione e l’erogazione di servizi vicini al cittadino. Per questo il Distretto Trasimeno e l’Unione dei Comuni hanno elaborato una proposta pilota di gestione unitaria che sarà presentata alle autorità regionali e che rappresenterebbe una nuova visione per l’attuale sede distrettuale. Siamo un territorio complesso, con scarsa e difficile viabilità ed é per questo che dobbiamo necessariamente continuare a pensarci come ‘Città del Trasimeno’ e scommettere sulla rete immaginata e condivisa con 8 Amministrazioni Comunali. Servizi diffusi che tutelano il diritto alla salute di tutti. Oggi é un giorno importante perché é un primo mattone che dovrà servire da fondamento per tutelare quello che abbiamo fortemente voluto: la difesa delle strutture ospedaliere, nuove professionalità e personale medico sanitario e l’urgente investimento nelle case di comunità, oggi su molti comuni inadeguate e insufficienti”.
La Casa della Comunità è situata presso l’ex Casa della Salute di Città della Pieve – Centro di Salute Trasimeno Sud-Ovest del Distretto del Trasimeno dell’Usl Umbria 1. E’ in grado di erogare i servizi e le competenze professionali secondo gli standard previsti dal Dm n. 77/2022, recepito dalla Regione Umbria con Dgru n. 1329 del 14/12/2022, prevedendo: équipe multiprofessionali (Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Continuità Assistenziale, Specialisti Ambulatoriali, Infermieri e altre figure sanitarie e socio-sanitarie); presenza medica h24, 7 giorni su 7, anche attraverso l’integrazione della Continuità Assistenziale (garantita dal personale del Punto di Primo Intervento nell’orario 8-20 e dai medici di Continuità Assistenziale in orario notturno, nei giorni festivi e prefestivi); presenza infermieristica h24, 7 giorni su 7; Punto unico di accesso (Pua) sanitario; punto prelievi; programmi di screening; servizi diagnostici finalizzati al monitoraggio della cronicità (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc.) anche attraverso strumenti di telemedicina; servizi ambulatoriali specialistici per le patologie ad elevata prevalenza; servizi infermieristici, sia in termini di prevenzione collettiva e promozione della salute pubblica, inclusa l’attività dell’Infermiere di Famiglia o Comunità (IFoC), sia di continuità di assistenza sanitaria, per la gestione integrata delle patologie croniche; sistema integrato di prenotazione collegato al Cup aziendale; servizio di assistenza domiciliare di base; integrazione con i servizi sociali; partecipazione della comunità e valorizzazione della collaborazione con i servizi sociali dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, associazioni di cittadini e volontariato. E’ messo a disposizione delle associazioni del territorio uno spazio per favorire il supporto nella presa in carico dei cittadini.
La Casa della Comunità (CdC) è il luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza socio-sanitaria e rappresenta il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento, in cui i cittadini trovano risposta al proprio bisogno di salute. E’ considerata un’evoluzione della Casa della salute, in quanto non rappresenta soltanto una struttura dove vengono forniti i servizi per le cure primarie, ma anche il luogo al cui interno avviene l’incontro tra i diversi soggetti ed enti del territorio con l’obiettivo di condividere e pianificare le azioni volte a favorire l’integrazione tra servizi sanitari, ospedalieri e territoriali e tra servizi sanitari e sociali e la partecipazione della comunità locale, delle associazioni di cittadini, dei pazienti e dei caregiver.
La CdC promuove un modello di intervento integrato e multidisciplinare secondo il paradigma della medicina di iniziativa per la pianificazione e l’erogazione di interventi sanitari non solo volti alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione ma anche alla prevenzione e alla promozione della salute e del benessere dei cittadini. La sua mission è quella di prendersi cura delle persone fin dal momento dell’accesso, attraverso l’accoglienza dei cittadini, la collaborazione tra professionisti, la condivisione dei percorsi assistenziali, la responsabilità professionale e la valorizzazione delle competenze, utilizzando in modo appropriato le risorse disponibili in funzione degli effettivi bisogni di salute di ciascun cittadino e anche per ridurre gli accessi impropri negli ospedali.