Sui dati dei rifiuti e della raccolta differenziata si danno letteralmente i numeri. E' la denuncia che fa Legambiente Umbria confrontando i dati emersi dal Rapporto rifiuti 2007 dell'APAT appena uscito e quelli dichiarati dalla Regione Umbria in occasione del primo incontro partecipativo del 6 febbraio sul Nuovo Piano regionale dei Rifiuti al quale sono state invitate le associazioni ambientaliste e dei consumatori.Dal Rapporto rifiuti 2007 dell'Apat (che raccoglie i dati del 2006) emerge una fotografia dell'Umbria non proprio positiva: la produzione totale deirifiuti è di 577.000 tonnellate che corrisponde a 661kg annui per abitante,notevolmente sopra la media nazionale che è di 550 kg e che fa salire l'Umbria al terzo posto tra le regioni che producono più rifiuti, dopo laToscana e l'Emilia Romagna. Interessante è anche il dato della mediaregionale di raccolta differenziata che è 24,5 % grazie anche ad un incremento avvenuto nell'ultimo anno (nel Rapporto annuale 2006 la media regionale era al 21,5%). Dato non lontano dalla media nazionale di 25,8%, ma notevolmente inferiore alle regioni più virtuose (Trentino Alto Adige 49,1%,Veneto 48,7% e Lombardia 43,6%).La cosa si fa veramente confusa se si confrontano i dati Apat con quelliforniti dalla Regione Umbra all''incontro di presentazione delle linee di indirizzo del nuovo Piano regionale dei rifiuti, in occasione del quale è stata fatta una fotografia dell'Umbria molto più rosea! La Regione Umbriadichiara che si producono 551,953 t di rifiuti con una stima pro-capite di602kg/abitanti e una raccolta differenziata del 29%.”Come mai questa sostanziale differenza di dati? – chiede AlessandraPaciotto, presidente di Legambiente Umbria – Quanto incidono nel calcolo della produzione di rifiuti e quindi anche nella percentuale di raccolta differenziata la quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani? Perdefinire il Nuovo Piano dei Rifiuti e quindi i nuovi obiettivi di riduzionedei rifiuti e raccolta differenziata non si può prescindere da un'analisioggettiva della situazione di partenza con dati chiari e trasparenti e non è più rinviabile la definizione di regole alle quali si dovranno attenere i comuni umbri per l'analisi dei dati sui rifiuti. Infine – conclude Alessandra Paciotto – si rendano pubblici i costi dell'attuale ciclo dei rifiuti, della raccolta, del loro trasporto, dello smaltimento in discariche quello all'incenerimento e quanto fino ad ora ha “fruttato” la raccolta differenziata. Anche queste sono basi indispensabili per costruire partecipazione democratica e buone pianificazioni”