Con una performance dai toni irreali e suggestivi – “Bomba!” – si concluderà, dopo 6 mesi di attività, il laboratorio teatrale Tre Atti 2007/08, un laboratorio teatrale per la città di Perugia, con il patrocinio del Comune di Perugia.
Il laboratorio, quest'anno alla sua prima edizione, è stato condotto da Roberto Biselli, direttore artistico e regista del Teatro di Sacco, con la collaborazione artistica di Valerio Amoruso e Massimiliano Burini.
Il corso è stato aperto a tutti coloro che avessero interesse di sviluppare attraverso il teatro la propria dimensione creativa, al di là dell'età anagrafica, sperimentando nuovi linguaggi comunicativi ed espressivi. Le materie di insegnamento sono state: dizione, lettura espressiva, gestualità, educazione corporea, improvvisazione, recitazione, interpretazione. Il laboratorio è stato così strutturato per offrire ai suoi partecipanti un'esperienza teatrale semi-professionalizzante, ma non solo. Infatti i momenti di studio vero e proprio sono stati sempre affiancati dalla ricerca delle sensazioni dei partecipanti, che sono stati stimolati a mettersi in gioco e dare libero sfogo alle proprie emozioni attraverso la tecnica dell'improvvisazione teatrale, puntando sullo sviluppo delle abilità espressive attraverso il gesto e il movimento. Il percorso proposto dal Teatro di Sacco nel corso del laboratorio, inoltre, si è rivelato anche un momento aggregativo e socializzante di grande forza.
I partecipanti del laboratorio Tre Atti 2007/08 daranno prova del lavoro svolto mercoledì 21 e giovedì 22 maggio alle ore 21 – ingresso gratuito – presso la Sala Cutu di Perugia (Piazza Giordano Bruno, Corso Cavour), con una performance basata sul lungo poemetto “Bomb” di Gregory Corso del 1958, poeta Beat che esprime in questa poesia tutta la rabbia che una generazione ha provato nei confronti della bomba atomica e più in generale verso l'odio che gli uomini provano verso la propria razza.
Gli interpreti comunicano questa forza dirompente della bomba in una performance corale, collettiva. Le metafore astratte di Corso si allungano, si deformano ancor più grazie alle sequenze di azioni fisiche. La ricerca del gesto si allontana dalla mimesi del reale, creando uno strappo, una breccia utile per presentare altri personaggi, altre azioni, altri sentimenti, altre tragedie del vivere quotidiano. Il lavoro è costruito su uno schema di riferimento ma si basa sull'improvvisazione dei gesti, sciolti dalla parola, che rende ogni rappresentazione diversa l'una dall'altra e ogni volta si rinnova nell'accresciuta consapevolezza degli interpreti.
Lo spettacolo è frutto di un impegno costante che ha portato alla realizzazione di un movimento continuo che nel suo incedere incalzante è riuscito ad assorbirle incertezze, le difficoltà, le insicurezze grandi e piccole dei suoi esecutori.
Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi agli Uffici del Teatro di Sacco (075 5847731 – 331 6672992).