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In estate oltre 15mila offerte di lavoro, ma mancano le figure richieste

Le imprese umbre questa estate sono pronte ad offrire oltre 15mila posti di lavoro. Ma spesso mancano sul mercato le figure richieste. E’ quanto emerge dalle elaborazioni a cura della Camera di Commercio dell’Umbria sui dati della rilevazione del Sistema Informativo Excelsior realizzata da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal).

Se infatti da un lato l’Umbria mostra ancora un buon livello di potenziali entrate nel mondo del lavoro (+3,5% rispetto al periodo luglio-settembre 2021, a fronte di una media nazionale che segna -0,1%), dall’altro risulta la terza regione (dopo Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta) nel reperimento delle figure richieste dalle imprese.

Dove c’è lavoro

Quanto ai settori, l’Umbria tiene bene sulle assunzioni nel manifatturiero (3.679 nell’industria manifatturiera) che invece scendono del 7,1% a livello nazionale. Ma c’è la forte caduta, anche se più lieve rispetto al dato italiano, nella previsione trimestrale delle assunzioni nel settore “Servizi di alloggio e ristorazione, Servizi turistici” (solo 2.950 nuove richieste quest’estate). Un dato che sorprende e che si può spiegare con il fatto che, nel mese ‘forte’ per i servizi turistici, quello di agosto, in Umbria e in tutta Italia nel 2021 c’era stato un picco di turismo che aveva superato i risultati del 2019 , mentre ora le previsioni (con il Covid che ha rialzato la testa, l’inflazione sopra l’8% e anche a causa dell’eco dei disservizi aerei), pur essendo buone, appaiono più prudenti e gli imprenditori del settore prima di procedere a nuove ingressi al lavoro attendono di vedere come evolverà la situazione delle prenotazioni e delle disdette. Numeri, quindi, che se alcuni timori dovessero essere fugati (soprattutto l’andamento del Covid) potrebbero nella realtà essere rivisti al rialzo.

Balzo del commercio (+77,7%, con 2.950 posti), gli avviamenti in edilizia (1.570) su del 49,5% rispetto allo stesso trimestre 2021.

Il dato nei territori

Per quanto riguarda l’andamento nelle due province umbre, la crescita occupazionale delle imprese si concentra quasi esclusivamente nella provincia di Perugia, con quella di Terni che evidenzia solo un piccolissimo rialzo. Dell’aumento di 510 entrate al lavoro in Umbria, infatti, 500 sono appannaggio della provincia di Perugia e solo 10 di quella di Terni. In provincia di Perugia la crescita delle assunzioni previste nel trimestre è del 4,4% (da 11mila 480 a 11mila 980),mentre in provincia di Terni la crescitaè minimale, +0,3% (da 3mila 180 a 3mila 190).

Gli altri dati sull’Umbria

L’analisi della Camera di Commercio mostra altri dati relativi all’occupabilità in Umbria. le offerte di lavoro si concentrano per il 66% nel settore dei servizi e per il 67% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

Il 15% dei posti è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (17%). per una quota pari al 62% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore;

Per una quota pari al 31% interessano giovani con meno di 30 anni (32% il dato nazionale). L’11% (meno del dato italiano del 13%) delle entrate previste è destinato a personale laureato.

Il commento del presidente Mencaroni

Questo il commento del presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni: “Il quadro che offre il Sistema Informativo Excelsior sulle assunzioni previste dalle imprese sia nel trimestre luglio-settembre 2022, sia per lo specifico mese di luglio, per l’Umbria sono buoni, migliori del quadro nazionale. Si aggrava tuttavia il problema della difficoltà delle imprese umbre di reperire personale: ormai, con il rilevante aumento di ben 7,1 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre 2021, quasi un avviamento al lavoro su due è di ‘difficile reperibilità’. Il dato dell’Umbria, terza regione italiana per incidenza di questo fenomeno, preoccupa perché potrebbe pesare non poco sulla crescita. Una questione che, come ho detto più volte, va attenzionata e affrontata con misure immediate (come il taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni) e di medio e lungo periodo (come la messa a punto del sistema dell’istruzione e della formazione per renderlo più aderente alle necessità dell’economia)”.

Quanto al forte calo, rispetto allo stesso trimestre 2021, degli avviamenti al lavoro nel settore ‘Servizi di alloggio e ristorazione, Servizi turistici’, che a prima vista appare anomalo perché il turismo in Umbria e in Italia sta andando bene, per Mencaroni ci sono diverse motivazioni che spiegano il fenomeno: “Intanto lo scorso anno il mese di agosto – cruciale per il bilancio turistico estivo – fu da record, mentre quest’anno si profila al momento un buon mese, ma non eccezionale come quello del 2021, sia per i timori legati alla recrudescenza del Covid, sia perché una parte delle famiglie, colpite dall’inflazione, magari taglia i giorni di vacanza che avrebbero voluto fare, sia anche per un certo timore sui disservizi aerei. Davanti a uno scenario incerto, le imprese prima di procedere ad avviamenti al lavoro attendono e da qui la flessione robusta rispetto allo scorso anno. Ma se, come sembra, la recrudescenza del Covid dovesse scemare dai prossimi giorni, i risultati dell’Excelsior per gli avviamenti al lavoro nel settore turistico – conclude il presidente Mencaroni – potrebbero essere rivisti al rialzo”.