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In cattedrale ad Arezzo mons. Marco Salvi ordinato vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve

In una gremita cattedrale dei santi Pietro e Donato di Arezzo, il 31 marzo pomeriggio, IV Domenica di Quaresima, il sacerdote don Marco Salvi, parroco di Anghiari (Ar), è stato ordinato vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, titolare di Termini Imerese, per l’imposizione delle mani dei cardinali Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, presidente della Cei, e Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, e di altri arcivescovi e vescovi concelebranti, tra cui il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana (Cet), e l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu).

Presenti nella cattedrale di Arezzo anche numerosi sacerdoti e fedeli dell’Archidiocesi perugino-pievese e diversi rappresentanti delle istituzioni civili delle due città capoluogo tra cui il sindaco di Perugia Andrea Romizi.

Nel saluto introduttivo alla celebrazione eucaristica, mons. Fontana, nell’evidenziare il legame di comunione tra le Chiese della Toscana e dell’Umbria, ha parlato di «una celebrazione in “agro-dolce”. Il dolce – ha precisato il presule – è che papa Francesco si è rivolto al nostro Presbiterio è si è preso don Marco per farlo vescovo. Questo è bellissimo perché vuol dire che esiste un’attenzione verso questa Chiesa diocesana. L’agro è che il Papa ci ha portato via prima il vescovo Gualtiero (il cardinale Bassetti, vescovo di Arezzo dal 1998 al 2009, n.d.r), ed ora ci porta via il vescovo Marco, ma noi preghiamo il Signore e siamo riconoscenti di questo momento che ci fa condividere la grazia dello Spirito Santo».

Il cardinale Bassetti, nell’omelia, si è rivolto al suo neo vescovo ausiliare dicendogli: «Carissimo don Marco, non dimenticare mai questa bellissima pagina del vangelo di Luca, e sii anche tu un padre – come già lo sei stato per i tuoi parrocchiani – verso coloro che ti verranno affidati, ai quali annunzierai la Parola in ogni circostanza opportuna e non opportuna. Per loro sarai fedele dispensatore dei misteri di Cristo; li amerai con cuore di padre e di fratello,  cominciando dai presbiteri e dai diaconi, tuoi collaboratori nel ministero, e non dimenticare mai i poveri, gli indifesi e quanti avranno bisogno di accoglienza e di aiuto. Non essere mai un vescovo che pretenda di comandare con severità. Ti rileggo quanto papa Francesco ha detto ad alcuni Vescovi, lo scorso 8 settembre 2018, quando si chiedeva “chi è il vescovo?”, e rispondeva in questo modo: “Il ministero del vescovo mette i brividi, tanto è grande il mistero che porta in sé. Grazie all’effusione dello Spirito Santo, il vescovo è configurato a Cristo Pastore e Sacerdote. È chiamato, cioè, ad avere i lineamenti del Buon Pastore e a fare proprio il cuore del sacerdozio, ovvero l’offerta della vita”».

Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti si è nuovamente rivolto a mons. Salvi con queste parole: «sii un Vescovo di riconciliazione, che porta non divisione ma unità, con la coscienza della grande diaconia che ti è affidata. E ricordati sempre quanto dice l’Apostolo: «Tutto questo però viene da Dio» (2Cor 5,18): non verrà dalle tue forze o dalle tue capacità, che pure sono tante e ben note a me e ai tuoi parrocchiani, e alla diocesi che ti ha generato. Tu caro Marco vieni da Dio».

Particolarmente toccante è stata la liturgia di ordinazione, che ha visto mons. Salvi ai piedi del presbiterio, dinanzi alla mamma e ai familiari, assistito da due sacerdoti a lui legati: don Severino Bernardini, che condivide con il neo vescovo l’esperienza di fede in Comunione e Liberazione, e don Alessandro Bivignani, nativo di Anghiari. Questi i momenti dell’ordinazione episcopale: invocazione della Spirito Santo, presentazione dell’eletto, lettura della bolla di nomina papale, gli impegni dell’eletto, le litanie dei santi, l’imposizione delle mani dei vescovi concelebranti, l’unzione crismale, la consegna dell’evangelario e dei simboli episcopali (anello, mitra e pastorale).

Le prime parole del neo vescovo ausiliare, pronunciate al termine della celebrazione, sono state di ringraziamento a «Dio che in questi giorni mi ha fatto sperimentare ancora una volta la sua grande fiducia nei miei confronti – ha detto mons. Salvi – . Guardando indietro riconosco che la sollecitudine di Dio, la sua premura, si è manifestata tramite circostanze e fatti non programmati e volti di persone e preti che mi hanno reso familiare Gesù Cristo. Grazie a quei preti, tra cui don Giussani, che mi hanno testimoniato che donarsi a Cristo realizza l’umano».