Perugia

In bici a 5 km/h, i Radicali: via quei limiti assurdi e pericolosi per i ciclisti

Mentre la confinante provincia di Siena riconosce e accredita 83 percorsi ciclabili per quasi 5.000 km, facendone importante volano per il turismo del settore, la Provincia di Perugia ha invaso circa 125 km di strade nell’area che va dal Trasimeno al Marscianese con cartelli che impongono il limite di 5 km/h per le biciclette con dicitura “a passo d’uomo” e di 10 km/h per i motocicli.

E’ la denuncia dei Radicali di Perugia, che con il segretario Michele Guaitini e il tesoriere Andrea Maori si appellano al presidente della Provincia, Luciano Bacchetta, perché revochi un provvedimento definito “irrazionale, sproporzionato e pericoloso”.

Niente lavori, meglio abbassare i limiti

“Per quanto possa essere rovinato il manto stradale – evidenziano i radicali di Perugia – la Provincia, anziché provvedere al ripristino, adducendo la mancanza di fondi preferisce pensare di lavarsene le mani con questo tipo di provvedimento che non risponde a nessuna logica né a nessuna questione di sicurezza, ma tende solo a deresponsabilizzare l’Ente per eventuali richieste risarcitorie di danni dovuti a guasti o incidenti”.

In questo modo, si evidenzia, viene infatti ignorata la Direttiva del Ministero che stabilisce che l’imposizione di un limite più basso del normale deve essere frutto di puntuali rilievi preventivi, indagini e valutazioni e deve spiegare quali sono gli obiettivi e come si pensa di conseguirli.

“Nel caso in questione – rilevano i Radicali – c’è solo una generica ricognizione del manto stradale che non giustifica né un limite così basso né perché sia riservato solo a queste due categorie di veicoli senza nulla prevedere per gli altri. Basterebbero i consueti segnali di pericolo”.

Il limite su tutta la strada interessata

Inoltre non si capisce perché il limite investa l’intero tracciato delle nove strade provinciali oggetto del provvedimento. Emblematico il caso della S.P. 414, dove il limite opera per l’intera lunghezza di circa 24 km, quando dai rapporti di vigilanza dell’Ufficio di Manutenzione emerge che ben 16 km, i 2/3 sono stati oggetto di recente bitumatura o godono comunque di buone condizioni.

Un limite di 5 km/h – proseguono i Radicali – potrebbe in ipotesi essere ammesso per brevissimi tratti critici quali la presenza di un solco longitudinale (“effetto rotaia”), uno smottamento sul lato stradale o altro, di certo non per chilometri e chilometri di strada extraurbana.

I rischi per i ciclisti

“Ma soprattutto – scrivono ancora – è un provvedimento estremamente pericoloso per i ciclisti che, se costretti a viaggiare a un’andatura così ridotta, oltre che incappare nel comportamento sanzionato dal Codice della Strada di intralcio alla circolazione, vedono incrementare in modo esponenziale il rischio di essere tamponati da un veicolo che segue con effetti gravi. L’elevato differenziale di velocità tra vettura e bicicletta riduce infatti considerevolmente i tempi di reazione e di frenata per il veicolo che si trova improvvisamente davanti un ostacolo poco più che fermo (immaginare cosa potrebbe accadere percorrendo una curva) e aumenta la forza d’impatto di un eventuale urto. Non a caso il pedone (tale può essere considerato un ciclista che procede “a passo d’uomo”) è obbligato a circolare nel senso opposto a quello di marcia, proprio per meglio percepire ed evitare questo tipo di pericolo”.

“In pratica – rilevano i Radicali – il ciclista viene messo difronte a dover scegliere il male minore tra rischiare una multa per eccesso di velocità o diventare carne da macello in balia del traffico stradale”.

Per questo Guaitini e Maori chiedono al presidente della Provincia Luciano Bacchetta l’immediata revoca dell’ordinanza che impone questi assurdi limiti di velocità.

I cartelli acquistati prima dei rilievi

E rilevano, un’anomalia temporale che spiega come in realtà si sia arrivati al provvedimento “I cartelli con questi limiti infatti sono stati acquistati e collocati sulle strade non solo prima che l’ordinanza fosse emessa, ma prima ancora che tale esigenza fosse emersa dai sopralluoghi dell’ufficio Manutenzione Strade”.