Da novembre al prossimo gennaio le imprese umbre hanno previsto oltre 16.600 assunzioni. Di cui 4.600 entro il mese di novembre.
E’ quanto scritto nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior presentato dalla Camera di Commercio dell’Umbria.
Crescita a doppia cifra +64% da novembre di quest’anno rispetto al novembre dello scorso anno. E +74% se l’osservazione si sposta sul trimestre novembre ‘21 – gennaio 2022 su quello novembre 2020 – gennaio 2021.
La domanda di lavoro di novembre ’21, appare composta prevalentemente dai contratti a tempo determinato, il 74% del totale, contro le entrate al lavoro a Tempo Indeterminato e di Apprendistato, che invece sono il 26%.
Nel trimestre novembre ’21 – gennaio 2022, quali settori traineranno la domanda di lavoro? Il Commercio con 2.360 entrate al lavoro, le Costruzioni 2.090, i Servizi di Alloggio – Hotel, Ristorazione e Servizi Turistici 1.860 e a seguire i Servizi alle Persone con 1.690 e le Industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo 1.080.
Le entrate al lavoro di novembre si concentreranno per il 56% nel Settore dei Servizi e per il 71% nelle PMI con meno di 50 dipendenti.
Per una quota pari al 31% del totale, le assunzioni previste interesseranno giovani con meno di 30 anni, mentre il 10% sarà destinato a personale laureato.
Dal Borsino Excelsior di novembre emerge che il 15% delle entrate al lavoro previste sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota che resta sotto la media nazionale di 4 punti (15% contro 19%).
Le imprese umbre con più di un dipendente che hanno previsto assunzioni nel mese di novembre ’21 e nel trimestre novembre ’21 – gennaio ’22 saranno pari al 10% del totale.
Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Le imprese umbre hanno ripreso a creare lavoro e gli ultimi dati di Excelsior ci dicono che siamo risaliti oltre il baratro della pandemia. Ma non basta, dobbiamo lavorare sulla qualità del lavoro creato: il rapporto 74% – 26% tra lavoro a termine e quello a tempo indeterminato è troppo alto e penalizzante”.
“E desta forte preoccupazione la crescita del mismatching, il fenomeno di disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e quelle disponibili sul mercato. Le imprese incontrano serie difficoltà nel reperire i profili idonei da assumere. In Umbria scontiamo uno dei peggiori dati a livello nazionale, con 45 lavoratori su 100 difficili da reperire, il 45% contro una media nazionale del 38,5% e del Centro Italia del 36,1%, che dunque ci distanziano di 6,5 e di 8,9 punti”.
Per definire l’entità del fenomeno in valori assoluti, serve dire che delle 4.650 entrate al lavoro previste a novembre oltre 2.000 rischiano di andare in fumo”. Una vera emergenza.