E’ retromarcia sull’IMU applicata solo qualche giorno fa sui terreni agricoli al di sotto dei 600 metri, in scadenza il 16 di dicembre, e che aveva sollevato non poche polemiche e raccolto disapprovazione tra tutti quei Comuni medio montani che si trovavano a dover applicare un’imposta in tempi strettissimi, senza neppure la possibilità di una dilazione, a circa 2mila agricoltori solo in Umbria. Molti i politici che sono intervenuti sul tema e fondamentale il ruolo delle Regioni, che hanno fatto pressioni al Governo centrale, affinché, tornasse almeno temporaneamente sui propri passi.
Per l’Umbria, chiaro l’intervento odierno dell’Assessore alle Politiche Agricole Fernanda Cecchini: “Il tema e’ molto sentito perché riguarda moltissimi piccoli coltivatori diretti ed imprenditori agricoli umbri che hanno proprietà molto frazionate e con basso reddito. Si tratta insomma di un provvedimento iniquo e sbagliato che cancella l’oggettiva condizione di territorio svantaggiato, universalmente riconosciuta alle realtà montane, ed aggrava ulteriormente la situazione di difficoltà di un intero comparto produttivo essenziale per il mantenimento dell’assetto idrogeologico del territorio ma anche delle produzioni di qualità e del made in Italy”
A dare la buona notizia, tra i primi, c’è Luca Barberini, consigliere PD alla Regione Umbria, che affida tutta la sua soddisfazione per il rapido ed efficace successo, alla sua pagina di Facebook: “Ho seguito sin dall’inizio la vicenda dell’Imu sui terreni agricoli, sollevando la questione in Regione e allertando sindaci e associazioni di categoria. Le proteste sono servite: è di poco fa la notizia che il Governo, grazie anche alle pressioni provenienti dall’Umbria, ha bloccato questo provvedimento ingiusto, che costituiva un forte aggravio per le tasche dei cittadini comportando tagli importanti anche ai bilanci dei Comuni. Nel question time al Senato, in programma stamattina, – si nel post – è stato fatto un passo indietro: il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ha annunciato un rinvio al giugno 2015, impegnandosi a rivedere i criteri per definire le esenzioni e lo status di ‘comuni montani’.
Tutti i comuni dell’Umbria in ordine di altezza (Metri SLM) – fonte ISTAT
L’Umbria, ha giocato in questa, breve ma intensa partita, un ruolo fondamentale, schierando in modo compatto i suoi parlamentari. Di ieri la firma di 100 deputati del Partito democratico a sostegno della lettera presentata dai colleghi Walter Verini, Enrico Borghi e Massimo Fiorio. Riportiamo, tra tutti, il commento, dell’On Anna Anscani (PD) che così commenta la decisione del Governo: “È saggio che il governo abbia deciso di compiere un’ulteriore riflessione prima di prendere provvedimenti di riforma sulla tassazione dei terreni agricoli. L’annuncio di voler tassare i terreni, situati ad altezza compresa tra 281 e 600 metri sul livello del mare e non sfruttati da aziende agricole o coltivatori diretti, ha scatenato delle giuste reazioni. Numerose specificità” – continua Ascani – “del nostro territorio e dello strato sociale vanno infatti tenute in conto: innanzitutto, che un piccolo terreno agricolo in collina è molto più spesso un argine alla povertà, tramite l’autoproduzione, che una rendita da tassare. Appare opportuno pertanto ragionare su un sistema di soglie riguardo alle dimensioni. Inoltre la conformazione di numerose aree collinari in tutta la penisola è caratterizzata dal paese arroccato in alto, con le proprietà agricole “fuori le mura” più in basso. Si deve pertanto riflettere con prudenza anche sull’eventuale sistema di soglie in altezza sul livello del mare, per non creare disparità. Questi” – conclude Ascani – “sono alcuni dei giusti motivi per cui si è rivelato opportuno fermarsi a riflettere sul tema. Sono certa che il PD e il governo sapranno trovare una soluzione equa”.
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Ha collaborato Roberto Fiorucci