Centinaia e centinaia di imprese spoletine – insieme ad altrettanti cittadini – hanno contribuito, con la loro firma, ad irrobustire la mobilitazione di Confcommercio Umbria, che aveva tra gli obiettivi anche l’eccessivo carico fiscale. Forte di questo consenso, Confcommercio di Spoleto ha chiesto all’amministrazione comunale di non intervenire sulla fiscalità locale se non dopo aver verificato la possibilità di razionalizzare le spese pubbliche, che, secondo l’organizzazione, “risultano essere comprimibili”. Prima di chiedere altri sacrifici a imprese e cittadini – è questo il messaggio esplicito rivolto da Confcommercio agli amministratori pubblici, con una lettera indirizzata al sindaco Daniele Benedetti – bisogna, insomma, mettere mano ai conti e tagliare tutto il tagliabile, limando su sprechi ed inefficienze.
Tarsu, Imu e imposta di soggiorno: questi i fronti sui quali Confcommercio chiede agli amministratori il massimo impegno per contenere la pressione di tasse e tariffe. “La situazione in cui si trovano da qualche tempo le imprese è molto grave”, dice Andrea Tattini, presidente Confcommercio di Spoleto e comprensorio. “Contrazione dei consumi, allungamento dei tempi di riscossione dei crediti, restrizioni nell’accesso al credito da parte del sistema bancario stanno mettendo a dura prova la capacità di resistenza di moltissime attività, che si vedono, di contro, lievitare i costi fissi a causa del fortissimo aumento delle spese legate a energia elettrica e carburanti, a cui si aggiunge l’incidenza sempre più pesante della imposizione fiscale, sia a livello centrale che territoriale. Chiediamo a chi ci amministra di intervenire, per quanto di competenza, per contribuire a salvare l’esercito di piccole e piccolissime imprese che costituiscono il nostro tessuto economico”.
Per quanto riguarda la Tarsu, Confcommercio chiede che vengano rivisti i criteri finora adottati nell’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che hanno portato a situazioni paradossali e che pesano in maniera discriminatoria sulle imprese del commercio e del turismo. Le strutture ricettive, ad esempio, sono sottoposte ad un vero e proprio salasso: pagano infatti la tassa come se occupassero la propria struttura al 100%, quando quasi sempre,purtroppo, la realtà è molto diversa. Si chiede quindi, in particolare, di far pagare a queste imprese sulla base di quanti rifiuti effettivamente producono e non sulla base dei metri quadrati di superficie. Un sistema facilmente adottabile, visto che ogni impresa ricettiva deve per legge comunicare le presenze turistiche all’APT e al Commissariato di Polizia. La revisione dei criteri di applicazione della tassazione relativa al servizio rifiuti – sostiene Confcommercio – deve essere effettuata al più presto, in considerazione della prossima entrata in vigore, da gennaio 2013, della TARES, il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi che sostituirà la Tarsu.
Confcommercio chiede che vengano disposti correttivi anche per quanto riguarda l’applicazione dell’IMU, differenziando a seconda della destinazione d’uso dell’immobile e dell’utilizzo dello stesso. L’obiettivo, anche in questo caso, è quello di limitare al massimo l’effetto penalizzante che l’introduzione dell’IMU provocherà sul sistema delle imprese, anche in virtù dell’aumento della base imponibile per gli immobili classificati come negozi.
Ultima richiesta di Confcommercio – non certo per importanza – riguarda l’imposta di soggiorno. “Abbiamo appreso dalla stampa che il Comune sarebbe intenzionato per quest’anno ad evitare l’applicazione dell’imposta”, conclude Tattini. “Auspichiamo che si vada davvero in questa direzione, poiché la nostra offerta turistica di tutto ha bisogno meno che di un ulteriore balzello, che ne abbasserebbe drammaticamente il livello di competitività”.