16 mila imprese, per 18.000 punti vendita e 80 mila addetti: sono i numeri a livello nazionale dei mobilieri indipendenti, che in provincia di Perugia conta oltre 300 imprese per circa 2000 addetti. Nel territorio regionale il settore, oltre ai problemi generati dalla crisi economica – dal 2007 al 2011 si è registrato una contrazione nelle vendita pari all’11,5% – e dal crescente, insostenibile peso di tasse e tariffe – IMU e Tia-Tares in primo luogo – deve affrontare anche i contraccolpi dell’apertura dell’Ikea.
Apertura che – ha chiesto alle istituzioni locali, rappresentate dall’assessore al Commercio del Comune di Perugia Giuseppe Lomurno – il presidente della Federmobili-Confcommercio della provincia di Perugia Marco Fantauzzi in occasione del convegno svoltosi a Perugia sul tema “Quali strategie per la distribuzione indipendente?”, promosso da Federmobili nazionale in collaborazione con l’organizzazione provinciale, dovrebbe essere perlomeno posticipata un po’.
”In questa situazione di forte difficoltà per le imprese del settore e con prospettive di ripresa così incerte e lente – ha spiegato Fantauzzi – i mobilieri indipendenti rischiano di non reggere l’impatto dell’apertura di Ikea. Bisogna che ci sia dato il tempo necessario per poterlo affrontare”. A destare grandi preoccupazioni per il futuro è anche l’IMU: le aziende del comparto infatti si caratterizzano tradizionalmente per superfici molto ampie, e per questo, in un incontro con il presidente dell’Anci Wladimiro Boccali, Federmobili della provincia di Perugia ha chiesto l’applicazione di aliquote differenziate e di un trattamento equivalente a quello riservato alla prima casa, “perché per noi – spiega ancora Fantauzzi – la nostra attività ha la stessa valenza che per un privato riveste appunto la prima casa”. Discorso analogo Federmobili rivolge ai Comuni per la tassa sui rifiuti, prima Tarsu-Tia, in futuro Tares: anche qui le grandi superfici sono fortemente penalizzanti, per cui si chiede che venga adeguatamente considerata la loro funzionalità rispetto all’attività d’impresa. Se i problemi sono tanti Federmobili è però “viva” e decisa ad indicare nuove prospettive alle imprese del settore: il convegno organizzato questa mattina è servito per focalizzare l’attenzione su alcune priorità, a partire dalla necessità delle imprese di aggregarsi.
“Fare rete, aggregare i servizi e trovare insieme soluzioni alle proprie esigenze – ha spiegato Mauro Mamoli, vice presidente nazionale Federmobili-Confcommercio – è oggi una assoluta priorità per continuare a stare sul mercato. Da soli è davvero difficile resistere e quasi impossibile affrontare la concorrenza delle grandi catene”. “Insieme – ha aggiunto il presidente provinciale Fantauzzi – dobbiamo mettere il nostro patrimonio di esperienza e il nostro know-how. Nella nostra provincia le imprese del settore vantano per lo più tradizioni ultradecennali: dobbiamo mettere in comune il meglio delle competenze di ognuno per ottimizzare i risultati”.
Un ruolo altrettanto importante per il futuro del comparto è svolto dalla formazione, dall’aggiornamento e dalla innovazione: “La qualità del servizio e della consulenza al cliente – ha ribadito il presidente – è quello che ci deve distinguere rispetto alle grande distribuzione”. Dal convegno è venuta anche una rivendicazione dell’importanza economica del settore: “Il numero di imprese e di addetti – ha evidenziato Filippo Lombardelli, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Federmobili nazionale – è tale che le istituzioni non possono ignorare le nostre esigenze né essere miopi rispetto al ruolo che svolgiamo per l’occupazione e lo sviluppo”.
Imu, Tares, apertura Ikea: tre “nubi” sul futuro dei mobilieri indipendenti
Mar, 15/05/2012 - 00:08