“Il Comune di Terni dall’entrata in vigore dell’Imu – dichiarano il sindaco Leopoldo Di Girolamo e il vicesindaco con delega al Bilancio Libero Paci – ha compiuto scelte nell’applicazione del tributo nel segno dell’equità e della tutela dei ceti meno protetti.
Di qui il contenimento della tassazione sull’abitazione principale, le aliquote agevolate a sostegno dei canoni concordati e dei comodati d’uso gratuito fra parenti di primo grado.
Un vulnus a questa linea è venuto dalla improvvisa e incredibile decisione del governo di chiedere una compartecipazione, seppur minima, ai contribuenti proprietari della abitazione principale.
Al di là dell’entità della compartecipazione, la decisione del governo crea sconcerto e disorientamento fra i cittadini, contraddice gli impegni assunti, e pone in difficoltà i comuni aprendo un problema in presenza di aliquote e bilanci approvati e in assenza di margini di manovra; tanto più per comuni come il nostro costretto, a fine esercizio, a gestire con l’assestamento minori trasferimenti statali per 2,5 milioni di euro e un minor gettito Imu per 800.000 euro.
E’ altresì grave che un problema creato da quei comuni che hanno rivisto in rialzo le aliquote Imu nel 2013 si scarichi anche su quegli enti, come il nostro, che hanno lasciato invariate le aliquote deliberate nel 2012 che mantenevano invariate quelle Ici precedenti, tutto ciò è inaccettabile.
La situazione venutasi a creare con la decisione del governo non può gravare, oltre che sui cittadini, sui comuni costretti ancora una volta a fare da esattori per conto dello stato.
Cosi come richiesto con forza dall’Anci va superata questa ulteriore criticità dell’infinita vicenda dell’Imu e confermati gli impegni assunti dal governo nei confronti dei proprietari di abitazioni principali”.