di Maura Coltorti (*)
I lavoratori dell'IMS di Spoleto si sono dovuti mobilitare ancora una volta, per gli stessi motivi, per le promesse ancora disattese: niente stipendio da luglio e senza certezze per il futuro. Dov'è il piano industriale promesso? Già, i piani industriali, quelli che tutti promettono, ma che nessuno presenta, la dottrina Marchionne ha fatto scuola. Paura e ricatti. Ecco la politica indrustriale di questo Paese da Pomigliano in poi, ” si lavora così o non si lavora”. La paura di perdere il posto di lavoro vivendo sotto ricatto. Eppure gli operai ne avrebbero di cose da dire, la conoscono bene la loro azienda, sanno gli errori fatti nella produzione e gli investimenti sbagliati e tristemente sembra sappiano già che futuro non c'è, che la IMS potrebbe chiudere anche con commesse già acquisite (viste le recenti visite di clienti importanti). I lavoratori hanno fatto la loro parte anche con gli straordinari, anche senza stipendi per garantire la produzione e la salvaguardia degli impianti.
Ancora una volta con responsabilità e attaccamento all'azienda i lavoratori hanno deciso da giovedì di riprendere il lavoro per garantire la consegna di una commessa importante, facendo 1 ora di sciopero (con presidio) a ogni cambio turno, per mantenere alta l'attenzione su di un'azienda che ormai rappresenta l'unica realtà industiale della nostra città. Fino a lunedì.
Come PRC di Spoleto auspichiamo che qualcosa possa cambiare in questi pochi giorni, ed esprimiamo il nostro incondizionato sostegno a qualunque battaglia al loro fianco, anche quella ventilata di recarsi a Varese presso la proprietà.
Riteniamo opportuno, anzi obbligato, l'interessamento della Regione alla vicenda e a questo territorio ormai in ginocchio.
(*) Segretaria Circolo Prc-FdS Spoleto