E’ stata finalmente firmata la cassa integrazione straordinaria per i circa 80 dipendenti della Isotta Fraschini.
La notizia rimbalza direttamente da Via Veneto, sede del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dove l’atto è stato firmato nel pomeriggio di giovedì scorso.
Una notizia molto attesa dagli operai del sito industriale di Spoleto che attendevano questo ammortizzatore sociale dallo scorso novembre 2019.
E che non coprirà ancora molto tempo: la cassa integrazione straordinaria infatti avrà durata fino al prossimo mese di giugno al termine del quale non ci saranno molte altre opzioni salariali.
A confermare la notizia il segretario provinciale della Fim Cisl Adolfo Pierotti, contattato da Tuttoggi: “ho ricevuto la comunicazione dell’avvenuto via libera della cassa straordinaria; francamente non c’è molto da essere soddisfatti essendo un atto che attendevamo da fine anno scorso”.
La preoccupazione del sindacato è quella di non avere più altre strade da perseguire per venire incontro ai lavoratori: “solo in caso di decretata cessazione dell’attività potremo attivare la richiesta del relativo indennizzo, ultimo ammortizzatore che darà ‘respiro’ per un ulteriore anno” conclude Pierotti.
Nessuna novità invece sul fronte di un piano di salvataggio della storica azienda spoletina con le speranze che ormai sono prossime allo zero.
Ai primi di gennaio il Sindaco De Augustinis, pur non nascondendo le difficoltà delle trattative, aveva dichiarato che per la Pozzi “qualcosa si sta muovendo e per fortuna un po’ di persone stanno cooperando in senso positivo”, facendo così tornare a sperare tutta la comunità.
Ma già a febbraio è arrivata la doccia fredda da parte di uno dei tre commissari della azienda, Simone Manfredi, che in audizione alla 2° Commissione regionale, aveva confermato invece che, nonostante gli sforzi fatti per rendere appetibile la cessione dell’industria, non “è arrivata nessuna offerta per il sito di Spoleto (ceduto invece il ramo di azienda di Dongo, n.d.r.)”.
Il fallimento del sito industriale rappresenta quindi, ove decretato, il fallimento stesso della politica ad ogni livello, incapace di trovare una soluzione sia sotto il profilo del rilancio, sia di una eventuale riconversione del sito industriale.
Di parole, incontri, auspici continuano ad essercene molti, ma all’orizzonte non c’è alcun dato concreto che possa far sperare in un traguardo favorevole per le maestranze, l’indotto e la stessa città di Spoleto che rischia di perdere uno dei (pochi) siti strategici per la propria economia.
E’ invece attesa a giorni la firma della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori del reparto “ghisa” della ex Pozzi. Il via libera alla Isotta Fraschini fa pensare che entro breve tempo venga firmata anche quella per la ex Pozzi.
(aggiornato alle 8.30 del 18 maggio 2020)
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