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Ims, debiti per 43 mln – Tra i 700 creditori banche e grandi imprese. Ma anche ristoranti e farmacie

Jacopo Brugalossi

Un elenco di creditori lungo 10 pagine, per un debito complessivo che supera i 43 milioni di euro. Ecco, ad oggi, la drammatica situazione della Ims di Spoleto che, indipendentemente da come si concluderà la procedura di concordato preventivo – con la cessione o meno dei poli produttivi a uno o più soggetti interessati che dovranno farsi avanti entro i prossimi due anni – non sarà in grado di liquidare per intero le somme che spettano a tutti e 700 i creditori in “lista d’attesa”.

Privilegiati e non – La proposta di concordato presentata dai vertici aziendali, in cui rientrato i 15,3 milioni di euro vantati dai creditori chirografari – coloro che non godono di un diritto di prelazione sulle cifre da incassare – parla chiaro. Nella migliore delle ipotesi, quella cioè di un’effettiva cessione del polo industriale, questi ultimi otterranno una liquidazione che potrà variare dal 54 al 59% sul totale della cifra da riscuotere. Se invece lo scenario non fosse quello della vendita, la loro soddisfazione economica oscillerebbe dal 16 al 21%. Diverso il discorso per i creditori privilegiati, che reclamano in tutto 25,4 milioni. Questi saranno risarciti per intero, come stabilisce la legge.

Fornitori – Non “privilegiati”, ad esempio, sono i crediti vantati dagli istituti bancari – locali e non, che ammontano a 2,1 milioni di euro – e dai fornitori. Lunghissimo l’elenco di questi ultimi, a cui spetterebbero complessivamente 12,1 milioni di euro. Molto larga la forbice delle cifre. Si va dalle poche decine o centinaia di euro reclamati dalle piccole e medie imprese del territorio al milione e rotti che spetta ai grandi distributori di energia. Scorrendo l’elenco ci si imbatte in nomi altisonanti come Telecom (6.500 euro di credito), Vus Com (1,1 milioni), Gdf Suez Energie (1,4 milioni), Enel Energia (364mila), Confindustria Perugia (254mila), Asl n.3 (13mila). Ma non mancano medici, farmacie, studi legali, enoteche, ristoranti, trattorie, officine meccaniche e gommisti della città del Festival.

Dipendenti – Diverso il discorso per i crediti vantati da enti tributari (7,2 milioni) e assistenziali (5,5 milioni), che rientrano appieno nella categoria dei privilegiati e saranno dunque soddisfatti per intero. Così come quelli dei dipendenti, comprensivi di TFR, retribuzioni arretrate e ratei maturati, che ammontano a 2,4 milioni di euro. Tra i nomi in elenco quelli di tante “tute blu” che negli ultimi mesi si stanno battendo per i loro diritti e per un futuro lavorativo. Anche se a vantare la cifra più alta è, ironia della sorte, il manager dell’azienda Massimo Santoro, principale bersaglio delle proteste degli operai.

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