Sono oltre 14mila le assunzioni che le imprese umbre prevedono di effettuare nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023. Con un calo, dovuto all’incerte situazione economica, di 2mila 300 rispetto allo stesso trimestre 2021 (-210, invece, la contrazione nel singolo mese di novembre). Un calo rilevante (-13,8%), che tuttavia è il secondo miglior risultato tra le regioni italiane dopo quello della Valle d’Aosta (l’unica regione con il segno più, precisamente +7,5%), con la media nazionale che flette del 19,5% e quella del Centro del 21,2%, la performance peggiore tra le circoscrizioni.
Parlare per l’Umbria di forte segno meno nelle assunzioni e allo stesso tempo di secondo miglior risultato in Italia appare un ossimoro, ma questa è la dinamica attuale. Una flessione generalizzata e pesante che deriva principalmente da due fattori: il fatto che nel trimestre novembre-gennaio 2021 il Pil volava mettendo in mostra un forte rimbalzo post-pandemia (il Pil 2022 segnò +6,6% e anche l’inizio del 2022 fu brillante) e il rallentamento in atto dell’economia a causa dell’aumento dei tassi di interesse provocato dalla maxi inflazione e degli effetti della guerra in Ucraina.
Il quadro emerge dalla nuova rilevazione del Sistema Informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) e diventata da anni un punto di riferimento essenziale per quanto riguarda le previsioni sulle assunzioni da parte delle imprese sia a livello nazionale che circoscrizionale e regionale, lavorando sul campo con un ampio campione rappresentativo del totale delle aziende.
Che l’Umbria, pur in uno scenario negativo, come evidenzia anche il recente aggiornamento di Bankitalia sull’economia regionale, scorga la luce in fondo a un lungo tunnel che l’ha vista per diversi anni tra i fanalini di coda tra le regioni italiane, viene confermato dai dati Excelsior: l’arretramento sulle assunzioni c’è ed è notevole, ma decisamente inferiore alla media, con le imprese umbre che mostrano più fiducia rispetto al dato nazionale e a quello del Centro, permettendo alla regione di registrare, come detto, il secondo miglior risultato in Italia.
Pur in un segno meno generalizzato, oltre a Valle d’Aosta e Umbria le migliori performance le realizzano Emilia-Romagna, Sicilia e Liguria. I risultati peggiori, invece, con flessioni delle assunzioni previste che vanno dal 25% a quasi il 33%, in Molise, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Basilicata.
Ma, se si guarda bene dentro i dati di Excelsior, permangono alcune fragilità strutturali dell’Umbria, tra cui il fatto che le assunzioni dei laureati siano strutturalmente, come percentuale sul totale degli avviamenti al lavoro, sotto la media nazionale. Situazione che a novembre 2022 non solo non migliora, ma peggiora: i laureati che le imprese della regione intendono assumere nel mese sono 434 (e rappresentano solo il 9,8% degli avviamenti previsti (a novembre 2021 era la percentuale era del 10,9%), contro una media nazionale del 15,1%. Non certo un buon segnale nel quadro di driver della crescita come digitalizzazione e sostenibilità, che hanno maggiormente bisogno di figure professionali dotate di livelli di istruzione elevati. Non solo, ma se si guarda agli ultimi 6 anni, se anche in Umbria si è registrato un incremento della percentuale di laureati sul totale delle assunzioni (dall’8,6% del 2017 al 9,8% di novembre 2022), questo è stato inferiore rispetto alla media italiana (dal 12,3 al 15,1%). Un dato, quello di novembre relativo ai laureati, che peraltro conferma nella sostanza le cifre dei mesi precedenti, con la percentuale dei laureati che in Umbria nell’ultimo anno è oscillata intorno al 10%, con picchi in qualche mese all’11%.
La rilevazione evidenzia altre dinamiche del mercato del lavoro. In Umbria la percentuale di assunzioni per le quali le imprese segnalano difficoltà di reperimento resta tra le più elevate in Italia (53 assunzioni 100, con la media nazionale che è di 44,6) e le aziende ci impiegano quasi 4 mesi per la loro ricerca sul mercato.
Per una quota pari al 64% degli avviamenti al lavoro viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore e le assunzioni nella regione si concentreranno per il 61% nel settore dei servizi e per il 69% nelle imprese con meno di 50 dipend
Nel 25% dei casi le assunzioni previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).