Imprese, digitalizzazione ed efficienza logistica i segreti per la crescita delle pmi secondo Ibc - Tuttoggi.info

Imprese, digitalizzazione ed efficienza logistica i segreti per la crescita delle pmi secondo Ibc

tecnical

Imprese, digitalizzazione ed efficienza logistica i segreti per la crescita delle pmi secondo Ibc

Mar, 01/10/2024 - 20:02

Condividi su:


(Adnkronos) - Si è tenuta oggi la prima tappa del ciclo di seminari promossi da Ibc, l’associazione industrie beni di consumo, sulla digitalizzazione al servizio delle piccole-medio imprese. L’obiettivo di è “coinvolgere, informare, formare le industrie associate” ha affermato il presidente dell’associazione, Flavio Ferretti, così da incoraggiare l’adozione di soluzioni concrete per ridurre i costi operativi, migliorare la produttività e rafforzare la competitività sul mercato interno ed internazionale del tessuto industriale italiano. A Ibc fanno riferimento oltre 35mila industrie che producono beni di consumo. Realtà italiane ed estere, operanti nei settori alimentare e non alimentare, che generano complessivamente un giro d’affari di 500 miliardi e occupano in Italia oltre 1,1 milioni di persone. L’industria del largo consumo è la terza più grande nell’Unione Europea, rappresentando l’11,6% di tutti i beni manifatturieri e con investimenti annui che raggiungono gli 81 miliardi di euro.  

Il tessuto imprenditoriale italiano, per restare competitivo, ha bisogno di aggiornarsi, adottando processi di digitalizzazione ed efficienza logistica. Con i recenti dati dell’inflazione che la danno in calo, la competitività delle industrie di beni di consumo è un fattore di particolare rilevanza dal punto di vista economico. “Stiamo cercando di trovare delle modalità che possano, all'interno delle nostre aziende, riuscire a ridare competitività” ha affermato durante il suo intervento iniziale il presidente Ferretti. Per crescere “abbiamo bisogno di produttività, parola che si sposa con maggiore efficacia ed efficienza dei processi aziendali. E a capo di questo c’è la digitalizzazione – ha spiegato il numero uno di Ibc -. In Europa, a riguardo, dobbiamo coprire un gap strutturale consistente e dobbiamo farlo velocemente o rimarremo indietro". Delle 35mila aziende associate, 20mila fatturano meno di un milione di euro l’anno e “con dimensioni di questa natura, l'efficienza diventa assolutamente indispensabile".  

È necessario quindi fornire degli strumenti adeguati al tessuto imprenditoriale, ma alla volontà devono seguire i fatti. L’intenzione delle aziende di investire su queste tematiche esiste, ma essendo realtà composte da poco personale, mancano tempi e competenze. La trasformazione digitale va affrontata, è urgente per tutte quelle piccole e medio imprese che hanno l’obiettivo di recuperare competitività. Le pmi imprese rappresentano circa il 90% del tessuto imprenditoriale italiano, l'ossatura cardine in tutti i settori dell’economia italiana. "Questa sfida che passa da competenze, che passa da investimenti, che passa da piani a medio lungo termine, è fondamentale per garantire competitività e apertura verso nuovi mercati" ha sottolineato il presidente di Piccola Industria Assolombarda, Mattia Macellari. Per le piccole medie imprese italiane "c'è bisogno di colmare gap ultradecennali" perché le inefficienze e gli alti costi in filiera determinano "un mercato fatto di alti prezzi e alti margini, ma bassi profitti" ha fatto eco Andrea Ausili, Cio di Gs1 Italy. “Una trasformazione digitale, l'adozione di regole e linguaggi comuni non è più rimandabile nel contesto odierno - ha sottolineato Ausili -. Le sfide e le opportunità che la tecnologia ci mette a disposizione possono essere colte solo se sono stati assolti compiti e processi di base che necessariamente devono essere consolidati prima di sviluppare nuove tecnologie". 

Come riuscirci? Uno dei problemi che affligge il tessuto delle pmi italiane è la mancanza di comunicazione tra le aree aziendali, per questo "serve un sistema integrato che affronti le necessità delle varie aree di business e una strategia it di lungo termine" secondo Pierpaolo Mamone, consumer products sector leader di Deloitte. Secondo Mamone, il tema da affrontare è quello dei dati che devono essere accessibili, accurati e completi. “Il petrolio del futuro” li definisce l’esperto di Deloitte, in quanto “hanno attributi fondamentali dai quali non si può prescindere e che richiedono investimenti”. 

Le prossime conferenze si svolgeranno a Bologna, Verona e in altri capoluoghi italiani, sempre con l’obiettivo di sviluppare nuove sinergie con le associazioni e le imprese presenti sul territorio e creare un contesto più favorevole alla competitività e agli investimenti, necessari per restare competitivi a livello globale. 

(Adnkronos) – Si è tenuta oggi la prima tappa del ciclo di seminari promossi da Ibc, l’associazione industrie beni di consumo, sulla digitalizzazione al servizio delle piccole-medio imprese. L’obiettivo di è “coinvolgere, informare, formare le industrie associate” ha affermato il presidente dell’associazione, Flavio Ferretti, così da incoraggiare l’adozione di soluzioni concrete per ridurre i costi operativi, migliorare la produttività e rafforzare la competitività sul mercato interno ed internazionale del tessuto industriale italiano. A Ibc fanno riferimento oltre 35mila industrie che producono beni di consumo. Realtà italiane ed estere, operanti nei settori alimentare e non alimentare, che generano complessivamente un giro d’affari di 500 miliardi e occupano in Italia oltre 1,1 milioni di persone. L’industria del largo consumo è la terza più grande nell’Unione Europea, rappresentando l’11,6% di tutti i beni manifatturieri e con investimenti annui che raggiungono gli 81 miliardi di euro.  

Il tessuto imprenditoriale italiano, per restare competitivo, ha bisogno di aggiornarsi, adottando processi di digitalizzazione ed efficienza logistica. Con i recenti dati dell’inflazione che la danno in calo, la competitività delle industrie di beni di consumo è un fattore di particolare rilevanza dal punto di vista economico. “Stiamo cercando di trovare delle modalità che possano, all’interno delle nostre aziende, riuscire a ridare competitività” ha affermato durante il suo intervento iniziale il presidente Ferretti. Per crescere “abbiamo bisogno di produttività, parola che si sposa con maggiore efficacia ed efficienza dei processi aziendali. E a capo di questo c’è la digitalizzazione – ha spiegato il numero uno di Ibc -. In Europa, a riguardo, dobbiamo coprire un gap strutturale consistente e dobbiamo farlo velocemente o rimarremo indietro”. Delle 35mila aziende associate, 20mila fatturano meno di un milione di euro l’anno e “con dimensioni di questa natura, l’efficienza diventa assolutamente indispensabile”.  

È necessario quindi fornire degli strumenti adeguati al tessuto imprenditoriale, ma alla volontà devono seguire i fatti. L’intenzione delle aziende di investire su queste tematiche esiste, ma essendo realtà composte da poco personale, mancano tempi e competenze. La trasformazione digitale va affrontata, è urgente per tutte quelle piccole e medio imprese che hanno l’obiettivo di recuperare competitività. Le pmi imprese rappresentano circa il 90% del tessuto imprenditoriale italiano, l’ossatura cardine in tutti i settori dell’economia italiana. “Questa sfida che passa da competenze, che passa da investimenti, che passa da piani a medio lungo termine, è fondamentale per garantire competitività e apertura verso nuovi mercati” ha sottolineato il presidente di Piccola Industria Assolombarda, Mattia Macellari. Per le piccole medie imprese italiane “c’è bisogno di colmare gap ultradecennali” perché le inefficienze e gli alti costi in filiera determinano “un mercato fatto di alti prezzi e alti margini, ma bassi profitti” ha fatto eco Andrea Ausili, Cio di Gs1 Italy. “Una trasformazione digitale, l’adozione di regole e linguaggi comuni non è più rimandabile nel contesto odierno – ha sottolineato Ausili -. Le sfide e le opportunità che la tecnologia ci mette a disposizione possono essere colte solo se sono stati assolti compiti e processi di base che necessariamente devono essere consolidati prima di sviluppare nuove tecnologie”. 

Come riuscirci? Uno dei problemi che affligge il tessuto delle pmi italiane è la mancanza di comunicazione tra le aree aziendali, per questo “serve un sistema integrato che affronti le necessità delle varie aree di business e una strategia it di lungo termine” secondo Pierpaolo Mamone, consumer products sector leader di Deloitte. Secondo Mamone, il tema da affrontare è quello dei dati che devono essere accessibili, accurati e completi. “Il petrolio del futuro” li definisce l’esperto di Deloitte, in quanto “hanno attributi fondamentali dai quali non si può prescindere e che richiedono investimenti”. 

Le prossime conferenze si svolgeranno a Bologna, Verona e in altri capoluoghi italiani, sempre con l’obiettivo di sviluppare nuove sinergie con le associazioni e le imprese presenti sul territorio e creare un contesto più favorevole alla competitività e agli investimenti, necessari per restare competitivi a livello globale. 

ACCEDI ALLA COMMUNITY
Leggi le Notizie senza pubblicità
ABBONATI
Scopri le Opportunità riservate alla Community

L'associazione culturale TuttOggi è stata premiata con un importo di 25.000 euro dal Fondo a Supporto del Giornalismo Europeo - COVID-19, durante la crisi pandemica, a sostegno della realizzazione del progetto TO_3COMM

"Innovare
è inventare il domani
con quello che abbiamo oggi"

Lascia i tuoi dati per essere tra i primi ad avere accesso alla Nuova Versione più Facile da Leggere con Vantaggi e Opportunità esclusivi!


    trueCliccando sul pulsante dichiaro implicitamente di avere un’età non inferiore ai 16 anni, nonché di aver letto l’informativa sul trattamento dei dati personali come reperibile alla pagina Policy Privacy di questo sito.

    "Innovare
    è inventare il domani
    con quello che abbiamo oggi"

    Grazie per il tuo interesse.
    A breve ti invieremo una mail con maggiori informazioni per avere accesso alla nuova versione più facile da leggere con vantaggi e opportunità esclusivi!