La Procura di Perugia ha aperto un fascicolo per verificare se l’Umbria si è trovata impreparata alla seconda ondata Covid per mancanza di programmazione o inadempienze. Un’inchiesta avviata, come in tutte le Procure d’Italia, a seguito dell’esposto presentato dal Codacons al procuratore capo Raffaele Cantone.
“La prima Procura italiana ha aperto una inchiesta a seguito del nostro esposto presentato la settimana scorsa, e ora altre procure in tutta Italia stanno vagliando gli esposti del Codacons finiti sul tavolo della magistratura – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Riteniamo un atto doveroso indagare su chi aveva il compito di garantire il funzionamento degli ospedali e la disponibilità di un numero adeguato di posti letto nei reparti di terapia intensiva, alla luce di una serie di reati che potrebbero emergere in caso di omissioni o negligenze”.
Nell’esposto inviato alla Procura di Perugia il Codacons chiedeva di “accertare se, nonostante i numerosi DPCM, i Decreti Legge, le Ordinanze del Ministero della Salute, le circolari, le numerose Ordinanze emanate contenente impegni alla concreta utilizzazione dei fondi volte sia all’incremento delle terapie intensive e dei posti letto, sia all’acquisto di presidi ospedalieri, ventilatori, mascherine e quanto altro necessario per essere pronti in caso di una prevista seconda ondata di pandemia e non trovarsi al collasso come nella prima fase, la Regione, nonostante il tempo e i fondo necessari per il potenziamento delle strutture ospedaliere, non sia stata in grado di adempiere agli gli impegni assunti, e se possano sussistere ritardi od omissioni sul fronte della sanità pubblica e dunque se possano configurarsi fattispecie penalmente rilevanti quali concorso in omissione di soccorso, omesso controllo e vigilanza, ritardo nel compimento degli atti di ufficio, concorso in epidemia colposa, reati di cui agli artt. 328 c.p. reato di rifiuto di atti d’ufficio. Omissione, reato di cui all’art. 323 c.p., ritardo e omissione di atti d’ufficio e mancata ottemperanza ai DPCM, ai Decreti Legge, alle Ordinanze del Ministero della Salute”.
Il Codacons ha infine chiesto alla magistratura il sequestro di tutti i documenti relativi all’attività posta in essere dall’amministrazione sul fronte della gestione delle strutture sanitarie da marzo ad oggi. E nello specifico:
a) Atti e/o documenti attestanti la cifra complessiva dei fondi sino ad oggi raccolti, e le effettiva utilizzazione a sostegno delle strutture ospedaliere in particolare con riferimento all’incremento dei posti letto in terapia intensiva e alla predisposizione di appositi padiglioni Covid con ulteriori posti letto,
b) Quali le misure concretamente adottate dalla Regione in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
In un’intervista al quotidiano La Nazione il procuratore capo Raffaele Cantine aveva annunciato un monitoraggio sugli appalti, dato che questa seconda ondata del Coronavirus era stata annunciata e non si potrà quindi ricorrere a strumenti emergenziali.
Nella prima fase dell’emergenza a Perugia non erano stati presentati esposti sulla gestione della pandemia, anche perché l’Umbria ne era stata toccata in modo marginale rispetto ad altre regioni italiane. Ora il Codacons ha spinto anche la Procura di Perugia ad indagare sulla gestione della seconda ondata Covid.