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Imprenditore spara al suocero, poi si suicida. Tragedia familiare a Spoleto – Foto, i luoghi della tragedia

Carlo Ceraso

Ha sparato al suocero e si è tolto la vita. E’ il tragico epilogo del dramma familiare scoperto oggi dalla Polizia di Spoleto in una villetta di Via Blasoli, nella frazione di San Giovanni di Baiano. Sarà l’autopsia sui due corpi, disposta dal pm Mara Pucci che coordina le indagini, a fornire gli ultimi dettagli di questa tragedia che per gli inquirenti è ormai pressochè chiara. L’omicida-suicida è Lino Monteverde, 55 anni, imprenditore edile della zona. La vittima il suocero, Umberto Roscini, classe 1928, un tempo artigiano. Monteverde abitava al primo piano della villetta, Roscini al piano-terra. E’ stato qui che gli inquirenti hanno rinvenuto il primo corpo, quello dell’ottuagenario. Monteverde infatti è stato rinvenuto privo di vita solo a metà pomeriggio, in una proprietà ad Icciano: si è sparato con la stessa pistola, una Beretta caliibro 7,65, regolarmente denunciata, con cui aveva freddato il suocero.
L’omicidio – sono le 11.10 quando al 113 arriva la telefonata disperata della figlia di Monteverde. La ragazza è sconvolta, ha appena ritrovato il corpo del nonno immerso in una pozza di sangue. Sul posto arrivano gli agenti del vicequestore Francesca Peppicelli che avviano le indagini. L’idea che possa trattarsi di un suicidio svanisce però in una manciata di minuti: l’anziano è un esperto cacciatore ma il foro presente sulla nuca non è quello di un fucile da caccia. Né si trova l’arma. Gli investigatori tendono ad escludere che possa trattarsi di una rapina finita male: l’appartamento infatti è in ordine, porta d’ingresso e finestra non risultano forzate. Chi ha sparato dunque conosceva l’uomo. Intorno alle 13 arrivano gli esperti della Scientifica di Perugia e gli uomini del capo della Squadra mobile perugina, il vicequestore Marco Chiacchiera. Poco dopo il medico legale e il pm.
I parenti – gli agenti nel frattempo hanno cominciato ad ascoltare parenti e vicini. All’appello manca solo il genero di Roscini. Nessuno sa dove sia. L’attenzione del pm si concentra su di lui: dai tabulati della Polizia, infatti, risulta detenere una pistola, di calibro compatibile al bossolo rinvenuto nella villetta di San Giovanni di Baiano. Non resta che rintracciarlo, mentre il sospetto che la tragedia non sia ancora conclusa aumenta di minuto in minuto.
Il Suicidio – intorno alle 17, una volta acquisita la mappa delle proprietà della famiglia, una volante parte alla volta di Icciano, piccola frazione dello spoletino, poco distante dal luogo della tragedia. E’ qui che gli investigatori scoprono il secondo corpo. Sotto un capannone agricolo giace il corpo senza vita di Lino Monteverde. Si è sparato con la sua Beretta.
Raptus – per gli inquirenti, stando ad una prima ricostruzione, alla base della tragedia ci sarebbero alcune difficoltà economiche che preoccupavano Monteverde il quale si era rivolto al suocero per cercare un aiuto economico. Aiuto che sarebbe stato negato. Rapporti familiari complessi, dicono gli inquirenti, che riguardavano un po’ tutta la famiglia. Ma nulla che facesse presagire un finale così tragico. L’omicido-suicidio si sarebbe verificato intorno alle mezzanotte, ma sarà l’autopsia a chiarire l’orario. I due probabilmente avevano avuto l’ennesimo litigio e il genero, colto da un raptus, ha così deciso di farla finita.
In Commissariato – i familiari si trovano ancora in Commissariato per essere interrogati e cercare di chiarire le dinamiche antecedenti il dramma. C'è la moglie di Monteverde e i loro due figli (la ragazza, che aveva rinvenuto il corpo del nonno, nel pomeriggio è stata ricoverata in ospedale colta da malore e dimessa poco dopo). La polizia a breve dovrebbe effettuare un nuovo sopralluogo, questa volta al primo piano della villetta di Via Blasoli.
L’arrivo del sindaco – la notizia ha fatto presto il giro della città dove i due erano molto conosciuti e stimati. Nel tardo pomeriggio sono arrivati anche alcuni dirigenti del Partito democratico e il sindaco di Spoleto per portare un segno di vicinanza alla loro amica e collega. C'è anche il segretario provinciale del piddì Dante Andrea Rossi e i consiglieri Tosti e Marcelli. “E’ una tragedia enorme – ha detto il sindaco Daniele Benedetti – che ha colpito questa famiglia che conosciamo e stimiamo e intorno alla quale ci stringiamo con grande affetto”.

(hanno collaborato Sara Cipriani, Carlo Vantaggioli e Jacopo Brugalossi)

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