Aumenti fino al 150% per l’imposta sulla pubblicità a Spoleto e diversi autosaloni decidono per questo di non pagare quello che è per loro un vero e proprio salasso. A prendere posizione sono 5 società spoletine che commercializzano veicoli, Autopama, Ferroni Auto, Fuccelli Auto, Pacchia e Speranza, particolarmente colpite dagli aumenti varati dall’amministrazione comunale. Tanto da aver deciso di non rispettare la scadenza del 31 luglio per le cartelle esattoriali inviate dall’Ica, la concessionaria del Comune per questo tipo di tributi.
Sono gli stessi titolari degli autosaloni in questione a spiegare in una nota le loro ragioni: “Ci rifiutiamo di subire passivamente gli aumenti dell’imposta sulla pubblicità e per questo abbiamo deciso di non pagare! Come titolari degli autosaloni di Spoleto, quest’anno abbiamo visto raddoppiare le cartelle inviate dall’Ica per conto del Comune di Spoleto. La legge di bilancio 2019 varata dal Parlamento, infatti, – spiegano – prevedeva per i Comuni la possibilità di aumentare fino al 50% l’imposta comunale sulla pubblicità per le superfici superiori al metro quadrato, cosa che il Comune di Spoleto puntualmente ha fatto, penalizzando soprattutto le aziende che si trovano nelle aree industriali ed artigianali della città, quelle dotate di insegne pubblicitarie più grandi.
Se gli aumenti stanno danneggiando diverse categorie commerciali, noi siamo tra i più colpiti, essendo anche costretti dai marchi che rappresentiamo ad una pubblicità rilevante”.
“Lo stesso Comune, successivamente all’approvazione del Bilancio Previsionale, – ricordano – ha deciso di ampliare le località che rientrano nella categoria ‘Speciale’ (il nome farebbe pensare di essere privilegiati, forse perché non avere manutenzioni, avere una rotatoria fatta di birilli e strade al limite della decenza, ci rende tali). In queste aree ‘Speciali’ la maggiorazione ha raggiunto anche il 150%, ritrovandoci a pagare più del doppio rispetto allo scorso anno, senza una preventiva comunicazione, senza un preliminare incontro con le Associazioni di categoria, senza che ci sia stata data la possibilità di scegliere se mantenere o rimuovere parti di esse.
Parliamo di cifre rilevanti, pari a qualche migliaia di euro e non è stato nemmeno possibile rateizzarle, in ragione di un ritardo nell’invio dei bollettini.
L’aumento dell’imposta sulla pubblicità però non è l’unico che abbiamo avuto a seguito dell’approvazione dell’ultimo bilancio comunale. Ricordiamo infatti anche quello dell’Imu sui capannoni.
Abbiamo quindi deciso – concludono – di non onorare la scadenza, che comunque per alcuni non sarebbe stato possibile rispettare, visto che i bollettini alla data prevista per il pagamento, 31 luglio, non erano ancora stati recapitati, per manifestare il nostro dissenso verso l’Amministrazione comunale che ha deciso di spremere all’osso, aumentando la tassazione, le poche attività produttive rimaste a Spoleto”.
(foto Google Maps)