Respinta la richiesta di sospensiva contro il Comune di Spoleto e la Regione per fermare almeno temporaneamente l'impianto di Poreta
Nessuno stop cautelativo al cantiere dell’impianto tritura-macerie in corso di realizzazione a Poreta. Il Tar dell’Umbria ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata da alcune società ed imprese agricole della zona contro le autorizzazioni (in primis quella del Comune di Spoleto) che di fatto trasformano l’esistente cava in un impianto di riciclo di inerti.
Gli abitanti della zona e i rappresentanti delle aziende del territorio, infatti, da mesi contestano l’attività che sta sorgendo a poche centinaia di metri dal borgo storico di Poreta e dalla fascia olivata. Più volte si sono confrontati tra loro, incontrando anche l’amministrazione comunale, cercando possibili cavilli burocratici per fermare l’impianto. E di recente presentando un ricorso al Tar contestando le autorizzazioni all’impianto “tritura-macerie” che, essendo formalmente una variante ad un permesso già rilasciato dal Comune di Spoleto per l’attività di cava, non prevede la procedura di valutazione dell’impatto ambientale da parte della Regione Umbria.
In attesa della pronuncia nel merito, i ricorrenti (rappresentati dall’avvocato Patrizio Leozappa) hanno però perso il primo round, quello relativo alla richiesta di sospensiva. I giudici del Tar dell’Umbria hanno infatti respinto l’istanza contro Comune di Spoleto e Regione Umbria.
Il collegio, infatti, ha ritenuto, “ad un sommario esame proprio della presente fase e riservata ogni ulteriore valutazione anche in rito, di non poter apprezzare favorevolmente le esigenze cautelari rappresentate dai ricorrenti per la mancanza dei requisiti di cui all’art. 55 cod. proc. amm., stante l’assoluta genericità dell’allegazione in punto di periculum, limitandosi i ricorrenti (persone fisiche e giuridiche che dichiarano di svolgere a vario titolo attività agro-turistiche), a fronte dell’impugnativa di una pluralità di provvedimenti autorizzatori che coprono un arco temporale compreso tra il 2014 e il 2022 e relativi ad una attività di cava presente in loco dal 2007, ad affermare che «i provvedimenti gravati pregiudicano fortemente le attività dei ricorrenti comportando ingenti danni alle stesse» e che «la presenza dei lavori di realizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti e di adeguamento delle piste di cantiere … rendono pressoché impossibile l’avvio delle attività turistico-ricettive alle soglie dell’imminente avvio della stagione primaverile ed estiva»”.