Al Tavolo Blu regionale la valutazione sulla risposta del MiTe: le iridee sterili sono molto costose e difficilmente reperibili
Oltre al fronte sempre caldo della caccia, alle prese con la preapertura “digitalizzata” alla tortora, l’assessore Morroni ha avuto un acceso confronto con le associazioni della pesca sportiva. Al Tavolo Blu si è parlato del parere del Mite relativamente alla richiesta umbra di deroga di trota fario e trota iridea sterile. Questo, per cercare di far fronte alla carenza di immissioni, visto che le trote alloctone non sono ancora disponibili.
La Regione ha immesso 5mila avannotti, derivanti dall’impianto di Borgo Cerreto, ma i pescatori calcolano che solo il 3% di questi raggiungeranno l’età adulta.
Per la semina pronto gara e i ripopolamenti si è ottenuta una parziale deroga dal Ministero. Appunto con l’immissione di trote sterili. Che però, lamentano le associazioni della pesca sportiva, sono costose (12 euro al kg, vista l’onerosità della procedura di sterilizzazione) e comunque difficilmente reperibili sul mercato.
Insomma, la deroga che la Regione ha ottenuto dal Ministero non soddisfano le associazioni della pesca sportiva, che contestano l’intero impianto con cui, da anni, in Umbria viene condotta la pratica per avere nei corsi d’acqua solo specie autoctone. Una gestione che non ha funzionato, tant’è che la Regione è stata costretta a vendere – a un prezzo, pare, molto esiguo – quintali di trote con un livello di purezza non più adeguato alle stringenti normative.