E' in corso in queste ore un vertice in regione tra la governatrice Catiuscia Marini e i sindaci e i rappresentanti delle provincie di tutta l'Umbria, per capire in che modo la regione si appresta ad accogliere l'arrivo di eventuali profughi da Lampedusa nelle proprie strutture.
L'incontro in regione è stato convocato oggi a seguito del tavolo tra governo e conferenza delle regioni, che ha avuto luogo la settimana scorsa a Roma, per valutare le possibilità di gestione del gran numero di immigrati giunti in Italia, per la maggior parte dalla Tunisia o come profughi dalla Libia.
Nell'incontro di oggi, la Marini dovrebbe prospettare ai sindaci intervenuti due possibili scenari, che si concretizzeranno a seconda dell'esito delle contrattazioni diplomatiche tra il governo italiano e quello tunisino, e del successivo tavolo tra il governo, le regioni e le autonomie locali.
Nel primo scenario, gran parte degli immigrati irregolari provenienti dalla Tunisia sarebbero riportati nel paese di origine, mentre al territorio, Umbria compresa, sarebbe chiesto di predisporre una rete di accoglienza per i soli profughi, come d'altronde già fatto in diverse strutture della provincia e della Caritas diocesana (leggi). Questa soluzione sarebbe condivisa dalla regione, come specificato nei giorni scorsi, in quanto si tratterebbe di dare accoglienza a dei cittadini fuggiti a delle situazioni di emergenza umanitaria, in strutture predisposte appositamente a tal fine.
Il secondo scenario, di cui si parla solo per indiscrezioni, vorrebbe invece una sorta di imposizione da parte del governo nazionale all'utilizzo delle caserme, di cui può disporre senza l'intermediazione degli enti locali, come strutture di “accoglienza forzata”, che in tal caso potrebbero ospitare non solo profughi, ma anche immigrati irregolari in maniera coercitiva, come una sorta di Cpt. Le strutture che potrebbero essere coinvolte in questa evenienza sarebbero, sempre secondo ipotesi e indiscrezioni, le caserme attive di Perugia, Terni e Spoleto.
Quale dei due scenari ipotetici prenderà consistenza in Umbria e nel resto del paese, sarà possibile saperlo solo dopo la conferenza delle regioni straordinaria, che avrà luogo domani pomeriggio alle 15 a Roma, e del successivo incontro tra governo, regioni e autonomie locali, che si terrà invece alle 18.
Nel confronto della settimana scorsa, le regioni e il governo, “in relazione alla previsione fino a 5 mila profughi”, hanno concordato che “questi siano equamente distribuiti nel territorio nazionale in ciascuna regione, escluso l’Abruzzo. Tale flusso territoriale sarà definito nei prossimi giorni da una Cabina di regia nazionale, coordinata dal governo, con le regioni e gli enti locali ed articolata nelle diverse realtà regionali, coinvolgendo le prefetture”.
Francesco de Augustinis
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