(Jacopo Brugalossi) – Infervora in tutta Italia il dibattito sull’accoglienza degli immigrati che continuano a sbarcare sulle coste dell’isola di Lampedusa e che dovranno essere destinati, in maniera proporzionale alla capacità di ciascuna, verso le varie regioni dello stivale.
Dopo gli interventi della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, che pur dichiarandosi disponibile all’accoglienza in Umbria di un adeguato numero di immigrati ha ritenuto necessario fare un distinguo tra profughi e clandestini, e del sindaco di Spoleto Daniele Benedetti, che si è schierato contro l’utilizzo di strutture statali (per esempio caserme) per accogliere i rifugiati, TuttOggi.info ha raccolto la dichiarazione del direttore della Caritas diocesana, Don Vito Stramaccia.
“La posizione della Caritas – ha affermato Don Vito – è semplicemente quella della chiesa. Noi dobbiamo aprire le nostre porte allo straniero e, nei limiti delle possibilità umane, dargli un conforto morale e concreto. Se e quando arriveranno immigrati a Spoleto, avremo il dovere di mettere a loro disposizione sia il servizio mensa, sia le nostre strutture di accoglienza, come quella di Eggi”.
Sollecitato sulla differenziazione tra profughi e clandestini, Don Vito ha così risposto: “Non spetta a noi decidere chi accogliere. La distinzione tra i profughi e i clandestini riguarda la magistratura, non la Caritas. Noi dobbiamo pensare solo ad accogliere lo straniero secondo gli insegnamenti del signore. D’altronde, non possiamo chiedere i documenti a tutti coloro che vengono a domandarci aiuto”.