Un Palio a colpi di verette, ma anche danza e musica antica, mercatino medievale, e tanta passione quello che prende il nome dal santo patrono di Assisi e che, ogni anno, alla fine di agosto, delizia cittadini e ospiti. Un evento, secondo il Vescovo di Assisi mons. Sorrentino che, rispetto ad ogni altra manifestazione di apprezzato valore culturale, fa la differenza, in quanto ispirato appunto dall’amore per il patrono, vescovo martire che, con il suo esempio, ha aperto la strada a Francesco.
“Il Palio di san Rufino è la nostra Festa – ribadisce con orgoglio il presidente della Compagnia Claudio Menichelli a chiusura di un’edizione che ha rispettato tradizione nel suo cerimoniale e nello spirito del gareggiare da parte dei 54 balestrieri che non sono mai mancati ad appuntamenti fortemente attrattivi anche per la loro ritualità, fortemente sentita in una città antica, quale Assisi”.
“Chiudiamo con un’edizione che è stata anche preludio al quarantennale 2020 della Compagnia – ha precisato Menichelli – nel quale ampio spazio sarà riservato alla storia scritta perchè resti depositata negli archivi e nelle biblioteche una sintesi di quel medioevo che ispira costantemente i balestrieri, scivolato fino alle piazze grazie proprio a quanto conservato negli archivi”.
Il palio è stato dipinto dall’artista Francesca Capitini, il tasso da Andrea Dionigi.
Al battesimo dei piccoli balestrieri sono stati salutati Mayra Mencaroni, Marco Sensi, Emma Passeri, Elisa Tritoni.
I numeri
54 balestrieri, new entry Lino Pavi, terziere san Francesco
“ È una Compagnia, quella dei balestrieri, – ha fatto notare il parroco di san Rufino mons. Cesare Provenzi – che esprime il senso di una grande famiglia, con spirito di servizio alla città, ma anche alla diocesi, perchè fedeli alla collaborazione che distingue nei secoli lo spirito dei balestrieri-
“Balestre antiche, verette, sbandieratori grandi e piccini, tamburini, danze, musici e fuoco – ha sottolineato il sindaco Stefania Proietti – e ogni spettacolo aperto a tutti in una città che apprezza e ama i balestrieri e la loro Compagnia per la cura e il faticoso impegno nel proseguire una tradizione che sa di medioevo, di cui Assisi è indiscutibile capitale”.