Dott. Danilo Gioacchini*
“Molte volte abbiamo detto e sentito dire che un buon bicchiere di vino rosso faccia bene, identificandolo come un efficace antiossidante, o magari ricordiamo i racconti dei nostri cari vecchi che, per sopportare le fatiche fisiche spese in campagna, dicevano di trovare una buona parte di forza dal berne anche un intero fiasco durante la giornata.
Chi parteciperà il prossimo 6 febbraio, alle ore 10.00 al Convegno medico “Non perdiamoci in un bicchiere” organizzato dalla locale sezione dell’Avis presso l’Hotel Albornoz sul tema della prevenzione dell’alcolismo, scoprirà quanta scientificamente dimostrata inesattezza si nasconda in quelle affermazioni.
Sono felice che il Direttivo dell’Associazione abbia accolto la mia proposta di impostare il loro ormai tradizionale congresso annuo su questa tematica, e soprattutto di avere accettato il mio suggerimento di invitare a parlarne il Professor Emanuele Scafato, direttore del Centro di Organizzazione Mondiale della Sanità per la ricerca e la promozione della salute sull’alcool.
Ho conosciuto il Professore a un Convegno Asl; la sua coinvolgente tecnica di presentazione, moderna, efficace, lontana da schemi accademici, unita ad una straripante e muscolare passione per la Professione, hanno reso la soglia di attenzione dei partecipanti al Congresso in costante salita. Un passaggio in auto alla stazione ferroviaria al termine della discussione, un breve colloquio, ed ecco la reciproca entusiasta idea di tornare in città, a parlare soprattutto ai nostri ragazzi, le cui mani sono sempre più occupate da bicchieri e bottiglie colmi di bevande alcoliche, con future conseguenze fisiche e psichiche che pensiamo di conoscere.
Ma come al solito l’iceberg mostra solo la piccola parte esposta. Quali gli organi colpiti dall’effetto di una prolungata esposizione all’alcool? Per quali quantità? Per quanto tempo si manifestano gli effetti negativi? Quali le età che offrono di più il fianco a tali danni? Scopriremo che bere non è solo rischio di patologie epatiche o cardiache, e che la psiche ed il comportamento subiscono insulti precocemente e spesso in modo stabile, condizionando il futuro stile di vita e soprattutto quello relazionale.
Sono benvenuti al Convegno tutti gli interessati, in particolare le scuole hanno ricevuto un invito ufficiale per far partecipare i ragazzi all’evento; tengo a far presente che è dimostrato che l’ascolto più attivo e proficuo sia quello delle classi che vanno dalla terza media ai primi due anni delle superiori; sottrarre i ragazzi per una mattinata alle consuete lezioni per farli confrontare con un mondo così subdolamente denso di pericoli, penso sia doveroso e meritorio. Sono sicuro che, leggendo, molti genitori abbiano alzato le antenne, e che molti le drizzeranno dopo avere ascoltato la relazione, realizzando quanto sia più grande del percepito il dramma del frequente utilizzo di bevande alcoliche. I ragazzi sono spesso sulla linea della normalità di tale abitudine, d’altronde “tutti lo fanno e lo hanno sempre fatto, si va avanti bene comunque, e poi io mica mi ubriaco…!” , convincimento profondamente sbagliato che deve giocoforza essere riportato sui binari della verità e della coscienza e conoscenza del problema.
Approfitto dell’ospitalità di questo giornale per ringraziare chi ci sarà, non essendo tra coloro che porteranno un saluto al Convegno, a nome mio e della medicina generale, di frequente coinvolta nella difficile co-gestione delle dinamiche familiari devastate dagli effetti dell’alcolismo, spesso negato da chi ne soffre e non visto da chi si vergogna che il problema venga alla luce.
Come si suol dire, partecipate numerosi, e mi raccomando, ricordate che il vino non fa buonsangue!”